Ius soli, la legge torna in aula Lega e M5S si oppongono
Il governo pensa alla fiducia per la legge sullo ius soli, provvedimento che regola il diritto di cittadinanza per i minori nati da stranieri in Italia e che sarà discusso oggi in Senato. Ad appoggiare la norma, il Pd mentre Movimento Cinque Stelle e centrodestra – con la Lega Nord in testa – promettono di fare ostruzionismo duro. “Nonostante l’opposizione delle destre, con l’esplicito sostegno del M5S, il Pd andrà avanti, – le parole del senatore Pd Andrea Marcucci riportate da La Stampa – come ha promesso il segretario Matteo Renzi a Milano, perché si tratta di una legge giusta. Un minorenne che frequenta un ciclo di studi di almeno 5 anni, ha diritto di diventare italiano”. Per disinnescare i 40mila emendamenti presentati dalle opposizioni, spiega il Corriere della Sera, il governo Gentiloni potrebbe porre la fiducia sulla legge. Pur di fermare l’approvazione della norma, dichiara invece Matteo Salvini, “siamo pronti a bloccare pacificamente il Parlamento”.
Immigrati e pensioni. “Chiudere le frontiere vuol dire distruggere il nostro sistema di protezione sociale. A dirlo – riporta La Stampa – è l’Inps nel suo rapporto annuale, in cui ha calcolato che se i flussi di entrata dovessero azzerarsi, avremmo per i prossimi 22 anni 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati, con un saldo netto negativo di 38 miliardi per le casse dell’Inps: insomma, una manovra in più da fare ogni anno per tenere i conti sotto controllo”. Nella sua relazione annuale, il presidente dell’Inps Tito Boeri ha spiegato che “oggi gli immigrati offrono un contributo molto importante al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale e questa loro funzione è destinata a crescere nei prossimi decenni man mano che le generazioni di lavoratori autoctoni che entrano nel mercato del lavoro diventeranno più piccole”.
Migranti, scontro Roma-Vienna. Dopo il no di Spagna e Francia all’attracco di navi che trasportano migranti nei loro porti, ieri l’Austria ha minacciato di spostare mezzi blindati al Brennero. Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha anche annunciato di essere pronto a inviare soldati “in tre giorni” per contrastare l’immigrazione clandestina dall’Italia. Il nostro ministro dell’Interno, Marco Minniti, reagisce duramente: “Sono sorpreso – ha dichiarato il ministro italiano – per le dichiarazioni di Doskozil. Non c’è alcuna emergenza al valico del Brennero. Questa iniziativa ingiustificata e senza precedenti comporterà inevitabili ripercussioni nella cooperazione in campo di sicurezza tra i due Paesi” (Corriere). Minniti si prepara inoltre ad affrontare domani la sfida del vertice di Tallinn, in Estonia, dove si terrà la riunione dei ministri dell’Interno dell’Ue. Il ministro italiano dovrà fronteggiare il blocco dei Paesi dell’Est contrari da sempre a ogni collaborazione sul fronte dell’accoglienza ai migranti. “Lo scoglio più arduo da superare – scrive il Corriere – riguarda il ‘blocco di Visegrad’ formato da Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia che non hanno mai voluto cooperare in materia di immigrazione arrivando addirittura a minacciare la costruzione di muri per impedire il trasferimento degli stranieri sul proprio territorio”.
Milano, antisemitismo e islamofobia non assimilabili. Durante l’incontro tenutosi a Palazzo Marino, a Milano, dal titolo “Antisemitismo e islamofobia: due facce della stessa medaglia?”, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha sottolineato con forza che i due concetti non sono assimilabili. Sul fronte invece della minaccia terroristica, “ci aspettiamo dalla comunità islamica la condanna di ogni forma di terrorismo e antisemitismo – le parole di Di Segni riportate oggi in una breve su Libero Milano – Anziché dire ‘anche noi subiamo’, si deve dire ‘anche noi condanniamo’”. Secondo l’imam Yahya Pallavicini, presidente del Coreis, comunità religiosa islamica, jihadisti e califfati sono “false rappresentazioni della dottrina islamica” mentre sulla questione antisemitismo e islamofobia, ha ribadito come non siano “due facce della stessa medaglia e non va fatta confusione”. A organizzare l’iniziativa a cui ha partecipato il sindaco Giuseppe Sala, Daniele Nahum e Coreis, col patrocinio del Comune.
Israele-India, patto su sicurezza e nuove tecnologie. È iniziata ieri la visita del Primo ministro indiano Narendra Modi in Israele: la prima in assoluto nel Paese per un capo di governo indiano in carica. “L’incontro fra Modi e Benjamin Netanyahu, che ieri pomeriggio si sono abbracciati all’aeroporto Ben Gurion con l’energia di due vecchi amici, – scrive Giordano Stabile su La Stampa – è l’occasione per forgiare un’alleanza strategica e il leader indiano è stato accolto con onori riservati solo a Donald Trump. Modi resterà in Israele per tre giorni, prima di volare in Germania al summit dei G20. Se Israele trova un amico da un miliardo e duecento milioni di abitanti, un mercato che cresce più della Cina, al sette per cento all’anno, il leader nazionalista indù vede nello Stato ebraico un modello di sviluppo tagliato su misura per le esigenze dell’India”.
Firenze, il saluto a rav Levi. “Grazie Rav Levi per aver portato avanti, in questi anni, un percorso finalizzato ad accrescere il sentimento ebraico e la conoscenza”, il messaggio di saluto indirizzato dalla Comunità ebraica di Firenze al rabbino capo della città Joseph Levi, che andrà in pensione dopo 21 anni di servizio (Corriere Fiorentino).
Daniel Reichel @dreichelmoked
(5 luglio 2017)