Periscopio – Vaccini

lucreziNon c’è giorno, si può dire, in cui l’inarrestabile processo di vilipendio della Memoria, irrisione della Shoah e disprezzo delle vittime non conosca qualche nuovo episodio, e ci si chiede, più stanchi che spaventati, fin dove ci porterà questa sinistra spirale di volgare brutalità e ignoranza, che sembra volere cancellare, dalla faccia del Paese, ogni benché minima traccia di dignità, rispetto, civiltà.
Spicca, da ultima, per il particolare livello di oscenità, la turpe campagna – che impazza sui sociali network – volta a paragonare i bambini italiani di oggi – che uno stato tiranno costringerebbe a vaccinarsi – ai bambini ebrei durante la Seconda guerra mondiale – che lo stato dell’epoca mandava a morte nei campi di concentramento -, con tanto di stelle gialle con su scritto “bambino non vaccinato” e fotomontaggi del ministro Lorenzin in divisa da SS. Anche se la campagna – di larghissima diffusione – non pare avere uno sponsor ufficiale, è facile riconoscere a quali ambienti debba andare collegata, e quale forza politica ne sia mandante, diretta o indiretta. Non c’è stata, d’altronde, neanche mezza parola di presa di distanza, da chi avrebbe potuto farlo, per negare l’evidente collegamento. E si tratta di una forza che, ricordiamolo, si presenta come candidata al governo di questo Paese.
Questi potrebbero essere – e l’ipotesi non appare impossibile – gli uomini che, un domani prossimo, potrebbero rappresentare nel mondo l’Italia. È a loro che potrebbero essere affidate la tutela dei valori della Costituzione repubblicana, la custodia delle radici della nostra libertà, del ricordo delle vittime della tirannia e dei martiri caduti per riscattare l’onore perduto dell’Italia.
È a questo che siamo arrivati, o che stiamo per arrivare, questo è il futuro che, forse, ci attende. È bene esserne consapevoli. Così come bisogna prendere atto del fatto che i partiti rivali, pur attaccando il movimento in questione su diversi fronti, molto raramente scelgono di usare questi temi come argomento di polemica o contrapposizione, lasciando in beata solitudine, come al solito, le sparute forze delle Comunità Ebraiche, costrette a invocare da sole, invano, un minimo di rispetto per i morti. Per tutti gli altri, non paiono questioni di grande rilevanza.
Devo confessare che, pur dedicando, da molti anni, buona parte delle mie modeste energie a tenere desta la Memoria della Shoah, convinto che ciò rappresenti un valore fondamentale, e fiducioso, nonostante tutto, nella possibilità che gli ideali di giustizia e morale possano crescere – magari in forme nuove – nelle future generazioni, mi capita di pensare, sempre più spesso, che sarebbe forse meglio se la Shoah e i suoi simboli uscissero definitivamente dalla scena del dibattito pubblico, e restassero confinate nello spazio silenzioso della coscienza individuale. “Non c’è maggior dolore che ricordare il tempo felice nella miseria”, scrisse il Poeta. E non c’è maggiore miseria, penso io, che usare il dolore altrui per farsi una grassa risata. Se la Shoah deve servire soltanto a insultare gli avversari, a scalare il potere, ad attaccare i vaccini o le tasse, meglio dire che non è mai esistita, e dimenticarsela, una volta per tutte. Propongo, anzi, di convincere gli antivaccinisti che, come strumento propagandistico, la stella gialla è debole, perché qualcuno potrebbe pensare che, come la Shoah è solo un’invenzione, anche i vaccini coatti lo sono. E qualcuno potrebbe sospettare che si gridi “al lupo” per niente. Potrebbe essere una buona idea. Proviamoci.

Francesco Lucrezi, storico

(12 luglio 2017)