Venezuela, è crisi democratica
Israele accoglie diverse famiglie

Sono diverse le famiglie ebraiche che nelle ultime ore hanno lasciato il Venezuela per emigrare in Israele. Un dato significativo, che desta preoccupazione e che dà il polso come tante altre volte in passato di quanto sia grave il livello di precarietà democratica che investe il paese sudamericano e quanto destabilizzante sia nel complesso la sua situazione politica/sociale/economica.
Già in calo demografico da tempo, la comunità ebraica venezuelana è tra le più indigenti al mondo. Molteplici, riporta la stampa israeliana, le famiglie che hanno bisogno di assistenza quotidiana. In ragione della crescente povertà, un quarto degli iscritti è stato dispensato dal pagamento delle tasse comunitarie. La sfida per molti, il più delle volte, è quella di mettere insieme il pranzo con la cena.
“Aiutiamo gli ebrei venezuelani ad emigrare in Israele per iniziare una nuova vita. In Venezuela oggi la situazione è catasfrofica: violenza in crescita nelle strade e carenza di cibo, medicine, materie prime” ha sottolineato tra gli altri il rabbino Yechiel Eckstein, uno dei protagonisti della rete di assistenza a chi compie questa scelta.
Tra i principali motivi di preoccupazione, anche un antisemitismo difficile da scalfire. Già riconosciuto come il paese più pregiudizialmente antiebraico del continente durante il lungo mandato di Chavez, che non ha mai mancato di mostrare aperta ostilità nei confronti di Israele e vicinanza a leader sanguinari come l’iraniano Ahmadinejad, il Venezuela sembra aver fatto pochi passi in direzione opposta durante la presidenza Maduro. In particolare ha fatto discutere, nel gennaio scorso, la nomina a vicepresidente del controverso Tareck Zaidan El Aissami Maddah. Già ministro dell’Interno e della Giustizia, El Aissami ha sempre attirato su di sé sospetti di cattive frequentazioni (in primis i terroristi di Hezbollah) tanto da portare gli Stati Uniti a inserirlo in una black list che, da febbraio, gli preclude l’ingresso sul suolo americano.
Appare inoltre significativo che, nel suo populismo più estremo, a seguito di alcune contestazioni il presidente Maduro abbia dichiarato in maggio: “Noi chavisti siamo i nuovi ebrei del XXI secolo che Hitler ha perseguitato. Non portiamo la stella di David, ma abbiamo i cuori rossi pieni di desiderio di combattere per la dignità umana. E li sconfiggeremo, i nazisti di questo secolo”.
L’impegno per la dignità umana di Maduro prosegue in queste ore con il fermo dei leader delle opposizioni, prelevati nella notte dai loro appartamenti (dove erano già ai domiciliari) e condotti in carcere.

(2 agosto 2017)