Usa, la violenza dell’ultra destra Auto sul corteo antirazzista
È stata la più grande e violenta manifestazione dell’estrema destra americana degli ultimi decenni quella tenutasi ieri a Charlottesville, in Virginia. Qui si sono riuniti neonazisti, suprematisti bianchi, uomini del Ku Klux Klan, dell’alt right, facendo subito salire la tensione e la violenza tanto da costringere il governatore della Virginia a dichiarare lo stato di emergenza (Corriere della Sera). A protestare contro il corteo razzista, da cui si sono sollevati cori come “gli ebrei non ci rimpiazzeranno” e saluti a Hitler, una contromanifestazione contro cui si è scagliata un’auto, che ha investito la folla uccidendo una persona e ferendone 26. Il dibattito negli Usa, scrive la Stampa, si è subito concentrato sulle responsabilità del presidente Trump nel favorire questo clima, anche perché David Duke, ex leader del Ku Klux Klan, ha spiegato così l’obiettivo della marcia: “Questo è un momento di svolta, stiamo realizzando le promesse di Donald Trump. E la ragione per cui lo abbiamo votato. Ha detto che ci saremmo ripresi il nostro Paese, e noi lo stiamo facendo”. Trump è rimasto in silenzio a lungo per poi dichiarare, “Condanniamo nel modo più categorico possibile questi vergognosi atti di odio, fanatismo e violenza di tutte le parti”. In molti hanno fatto notare che il presidente Usa non ha condannato esplicitamente la manifestazione neonazista. Per Repubblica, “il punto, spiegano i politologi, è che nello zoccolo duro dei trumpiani c’è una forte componente ideologica legata all’estremismo di destra e il presidente non ha alcun interesse a tagliare i ponti. La scusa per la mobilitazione di incappucciati e neonazisti era stata la decisione del comune di Charlottesville di togliere la statua di Robert Lee, il generale che guidava la guerra di secessione, da un parco in mezzo della città, ribattezzato ‘Emancipation park’”.
Libia, Texas, Torino, Manchester: geografia del terrorismo islamista. Su l’Espresso di oggi una lunga inchiesta che ricostruisce la catena di responsabilità che ha portato all’attentato terroristico al concerto di Manchester: dal centro di addestramento dell’Isis a Sabrata in Libia, da dove è passato l’attentatore che ha colpito la città britannica, a Dallas, dove risiede un uomo che ha dato ordini di uccidere nel nome dell’Isis a Manchester e Istanbul, fino a Torino, dove un italo marocchino – arrestato in aprile – gestiva il canale internet usato dall’Isis per reclutare e organizzare attentati.
Usa, il tentativo di sbloccare i negoziati in Medio Oriente. Il presidente Donald Trump si appresta a inviare una delegazione di alto livello in Israele, nei Territori palestinesi e in molti stati arabi nel tentativo di dare nuovo vigore al processo di pace. Secondo una fonte della Casa Bianca – citata dal quotidiano Haaretz – la delegazione sarà guidata dal consigliere e genero di Trump, Jared Kushner, insieme all’inviato della Casa Bianca per il processo di pace, Jason Greenblatt, e dal vice consigliere per la sicurezza interna, Dina Powell. L’obiettivo è far ripartire i negoziati diretti, sbloccando così uno stallo che va avanti da oltre due anni (Osservatore Romano).
Sant’Anna di Stazzema, anniversario di una strage. “A 73 anni dall’atroce, disumano eccidio di Sant’Anna di Stazzema desidero esprimere il mio deferente pensiero per le tante vittime innocenti, e la mia affettuosa vicinanza ai loro familiari e discendenti, i quali, insieme all’intera comunità di Sant’Anna, hanno saputo tenere viva la memoria, trasmettendo alle generazioni più giovani quella speranza di pace, quegli ideali di libertà, quei valori di rispetto della dignità di ogni persona, che in quel 12 agosto di morte sembravano per sempre negati”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a 73 anni dalla strage nazista di Sant’Anna di Stazzema in cui vennero fucilate 560 persone, tra cui 130 bambini. La Germania, riporta Repubblica Firenze, è pronta a farsi carico delle spese per il restauro dell’Organo della Pace, collocato dentro la chiesa di Stazzema e danneggiato il 12 agosto del 1944 e che, nel 2007, ha ricominciato a suonare.
Eichmann e il male consapevole. Sul Domenicale del Sole 24 Ore Giulio Busi recensisce il libro di Bettina Stangneth, La verità del male – Eichmann prima di Gerusalemme (Luiss University Press): “II rovesciamento della fin troppo celebre ‘Banalità del male’ di Hannah Arendt è eloquente, – scrive Busi parlando del volume – così come è chiaro che il dossier Eichmann, già ricchissimo di libri e articoli, spesso di ineguale valore, andava riaperto ancora una volta. L’uomo che emerge dalla requisitoria della Stangneth, scritta con il piglio dell’indagine giudiziaria, non è certo un grigio esecutore di ordini. La passività non è che l’ultima, sapiente finzione durante il processo. Davanti ai giudici israeliani di Gerusalemme, Eichmann è falsamente banale”. Sempre sul Sole un approfondimento su termini legati alla realtà ebraica, con riferimento al libro Gli ebrei tra storia e memoria di Riccardo Calimani e Giacomo Kahn.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(13 agosto 2017)