ALIMENTAZIONE Andrea Segrè mette l’oro nel piatto
Andrea Segrè / L’ORO NEL PIATTO / Einaudi
All’ultimo Trento Economia Andrea Segrè, presidente della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, ha portato con sé, per parlare di salute alimentare e politiche governative, due esperti israeliani, i ricercatori Elliot Berry dell’Università Ebraica di Gerusalemme e Iris Shai dell’Università Ben-Gurion. Berry e Shai collaborano con la Fondazione Mach sul fronte della lotta agli sprechi e per l’educazione a una alimentazione sana, entrambi pilastri dell’impegno di Segré, nonché una sfida che accomuna sempre più Italia e Israele con riferimento alla correzione di stili di vita dannosi. “Quando si parla di dieta mediterranea in realtà bisognerebbe riferirsi al suo etimo greco, ‘diaita’, ovvero stile di vita – aveva spiegato a Trento Segrè – A ragione possiamo parlare di ‘piramide mediterranea universale’ inserendo alla base della stessa la convivialità, l’attività fisica e l’educazione. Questa piramide si può declinare localmente, adattandola a tradizioni, stagionalità e prodotti del territorio: in questo modo essa è anche più sostenibile”. Nel suo ultimo libro Mangia come sai Segré poi – confermato a metà luglio presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) – racconta le contraddizioni di un mondo che vede stili di vita assolutamente contraddittori nonché a forte impatto ambientale: gli obesi, ricorda l’economista e docente di politiche agrarie all’università di Bologna – ospite nel 2014 del laboratorio Mercati e Valori organizzato dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – sono il doppio degli affamati. Con quanto si spreca si potrebbe sfamare un terzo della popolazione mondiale. Gran parte delle produzioni agricole riempiono i serbatoi delle macchine e gli stomaci dei ruminanti che poi mangiamo. Si spende anche per non mangiare: le diete del “senza” e del “no” conquistano sempre più adepti. L’illegalità si abbatte sulle filiere agroalimentari e colpisce gli anelli più deboli: lavoratori e consumatori. “Segrè – racconta Linkiesta in una recensione al libro dell’economista bolognese – parte da un viaggio fatto a piedi nella piana di Gioia Tauro, per comprendere fino in fondo le condizioni di produzione e di lavoro nelle campagne di quell’angolo di Calabria. Gli scarti, qui, non sono solo quelli del cibo, di cui Segrè si occupa da tempo come fondatore di Last Minute Market, il progetto che mira al riutilizzo degli sprechi alimentari della grande distribuzione. Gli scarti, nella piana calabrese, sono anche i braccianti degli agrumeti, gli immigrati sfruttati per pochi euro l’ora, ammassati nella tendopoli di San Ferdinando”. Cultura dell’alimentazione sana, contro lo spreco e cultura ambientale vanno di pari passo, racconta Segré. “Nella visione One Health che abbiamo abbracciato con convinzione alla Fondazione Mach – dichiarava l’economista, ringraziando per la conferma alla guida dell’Ispra – la protezione ambientale è legata indissolubilmente alla salute globale e quindi anche a quella dell’essere umano. Alla luce del fatto che la tematica ambientale si lega perfettamente a quella agricola e alimentare, credo che la mia conferma all’Ispra possa incentivare ulteriormente il percorso di ricerca, consulenza e formazione che già rende unica.
Pagine Ebraiche, agosto 2017