Ebrei nella Grande Guerra, le immagini dal fronte
L’ultima conquista del Risorgimento, come molti vollero credere illudendosi amaramente, o l’inizio della catastrofe che condusse infine al tradimento dell’Italia nei confronti dei propri cittadini ebrei e agli anni bui della persecuzione e della Shoah. Furono centinaia di migliaia e combatterono su tutti i fronti, gli ebrei che vestirono la divisa durante la Prima guerra mondiale. E furono migliaia gli ebrei italiani che obbedirono, in molti casi entusiasticamente, alla chiamata per difendere l’Italia e donare al nostro Paese la vittoria al costo di un devastante contributo di sangue.
Il dramma del conflitto che aprì il Novecento fu anche un dramma ebraico, e nel caso degli ebrei italiani costituì il preludio del loro infamante tradimento da parte del regime che avrebbe presto preso il potere.
Una mostra, curata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) e oggi esposta nella Sala d’onore del palazzo municipale di Ferrara, ripercorre le loro storie e mette in luce il contributo di civiltà, di patriottismo, di coraggio e spesso di eroismo dimostrato dagli ebrei coinvolti nel conflitto.
L’esposizione, ideata da Paola Mortara e Annalisa Bemporad e curata da Gadi Luzzatto Voghera e Daniela Scala, ricchissima di materiale documentario e di suggestive immagini provenienti dagli archivi della Fondazione ebraica, è stata aperta, nel quadro della Festa del libro ebraico organizzata dal Meis, dallo stesso primo cittadino della città estense Tiziano Tagliani, che era accompagnato dai presidenti di Meis e Cdec Dario Disegni e Giorgio Sacerdoti e dai rispettivi direttori dei due enti Simonetta Della Seta e Gadi Luzzatto Voghera.
Un’occasione importante, ha ricordato il presidente Disegni subito prima di accogliere il ministro della Pubblica istruzione Valeria Fedeli e di firmare con lei un accordo strategico d’azione comune, che resterà aperta alla popolazione fino al 10 novembre e ci porterà quindi in prossimità con l’inaugurazione del museo dell’ebraismo italiano di metà dicembre. Ma soprattutto è un’occasione per comprendere un passaggio fondamentale della storia italiana e per capire, proprio quando si stanno per celebrare gli 80 anni dalla proclamazione delle leggi razziste antiebraiche del 1938, le sofferenze e le ingiustizie patite dagli ebrei italiani, la degradazione dell’onore della nazione e la perdita inestimabile di ingegni e valori.
“Gli anni della Grande Guerra – spiegano i curatori – determinano anche per la società italiana un passaggio epocale. In un contesto di profonde trasformazioni, la popolazione ebraica è coinvolta da protagonista e viene profondamente segnata dagli eventi. In tutta Europa, per la prima volta nella storia, gli ebrei si trovano a combattere su fronti contrapposti. Questi i numeri: circa 600.000 soldati ebrei in Russia, 350.000 nell’esercito Austro-ungarico (compresi numerosi triestini e fiumani), 100.000 fra i tedeschi, 50.000 ebrei inglesi, 50.000 francesi, decine di migliaia nell’esercito degli Stati Uniti. In Italia furono circa 5.400 gli ebrei che combatterono, interpretando il conflitto come l’ultima delle guerre risorgimentali, che consegnava definitivamente anche agli ebrei lo status di cittadini.
Le comunità ebraiche e i singoli si adoperano sia nelle organizzazioni che operavano sul territorio, sia organizzandosi in comitati e tentando di sopperire alle esigenze religiose legate alla tradizione religiosa, fornendo cibo e oggetti d’uso per le pratiche rituali (libri di preghiera e arredi).
“La mostra 1915-1918 Ebrei per l’Italia intende portare l’attenzione sulle principali dinamiche del coinvolgimento degli ebrei italiani nella Grande Guerra proponendo un percorso fondato in gran parte su materiale fotografico conservato presso l’archivio della Fondazione CDEC di Milano. Un itinerario per ragionare sull’origine del concetto di cittadinanza nell’Italia a cavallo fra Ottocento e Novecento”.