“L’odio non è un’alternativa,
la Germania saprà rispondere”

foto_632769_530x328In una delle manifestazioni del post elezione in Germania, diverse centinaia di tedeschi hanno sfilato con in mano cartelli che dicevano: “l’odio non è un’alternativa per la Germania”, riferendosi al 13 per cento ottenuto dal partito di estrema destra Alternative für Deutschland. Un exploit che ha sorpreso molti e ha generato preoccupazione nel mondo ebraico. “Un vero incubo”, ha dichiarato nelle scorse ore la presidente della Comunità ebraica di Monaco Charlotte Knobloch, già presidente dell’assise dell’ebraismo tedesco. Parlando del risultato dell’AfD, la Knobloch ha affermato che “questo cambia il dibattito politico e la cultura e pregiudica l’immagine della Germania nel mondo”, invitando governo e opposizioni democratiche “a fornire soluzioni non parziali ai problemi e alle paure del popolo, sul terrorismo, integrazione e immigrazione, sicurezza”. “Ogni persona democratica è chiamata a preservare e difendere la dignità, la libertà e la natura democratica della Repubblica federale di Germania”, ha concluso Knobloch. In parte diversa la valutazione sul prestigioso quotidiano ebraico tedesco Juedische Allgemein da parte dello storico Michael Wolffsohn. “Il processo storico, che per la prima volta ha portato alla sgradita entrata di un partito comunque legale, ha avuto inizio molto prima della fondazione dell’AfD. Chiunque lo abbia capito non si è trovato sorpreso dal successo di AfD e saprà contrastarlo. La Germania non è persa. Nuovi estremisti sono entrati in parlamento ma non sono al potere, e questo continuerà per il prossimo futuro”.
Wolffsohn, storico dal passaporto israeliano e tedesco, mette in guardia dall’accusare l’AfD di essere un partito nazista, non perché non sia pericoloso ma perché definirlo in questo modo rischia di portare fuori strada chi vuole contrastarlo. Ovvero, una definizione corretta di questo fenomeno è il primo obiettivo da perseguire per poterlo sconfiggere: “possiamo dire questo: molti nazisti vecchi e nuovi hanno scelto l’AfD ma non tutti gli elettori dell’AfD sono nazisti. Un’affermazione simile a un’altra già sentita: la maggior parte dei terroristi è musulmana ma non tutti i musulmani sono terroristi”. Espressioni di una certa vaghezza che non aiutano a comprendere la complessità di questi fenomeni: e rispetto all’AfD, un recente sondaggio sottolineava che soltanto il 34 per cento dei suoi elettori ha detto di essere convinto dal programma del partito, mentre il 60 per cento ha detto di averlo votato come forma di protesta nei confronti delle altre forze politiche. “Sembra essere un voto piuttosto volatile e non troppo convinto, insomma”, sottolineava il Post in una recente analisi.