Trasmettere la cultura ebraica,
nel nome di Graziadio Ascoli

Linguista e glottologo di fama internazionale, il goriziano Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907) è tra le figure che più hanno segnato la storia dell’Italia post-risorgimentale. Senatore del Regno nella sedicesima legislatura, ma anche membro di spicco dell’Accademia Nazionale dei Lincei e iniziatore di molteplici attività per la diffusione di cultura e conoscenza.
Porta il suo nome la Fondazione per la Formazione e la Trasmissione della cultura ebraica appena costituita presso l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con le Comunità di Roma, Milano, Trieste e Torino (le quattro Comunità italiane ad avere una scuola). Un’iniziativa che punta a promuovere formazione e cultura ebraica con particolare attenzione alle scuole e ad altre strutture educative, anche attraverso specifiche raccolte fondi. Una cosiddetta “Fondazione di partecipazione”, nella quale la presenza, contributo e partecipazione attiva dei soci assume particolare rilievo.
L’approccio alla formazione e la trasmissione della cultura ebraica, della conoscenza della storia degli ebrei italiani, europei e del bacino del Mediterraneo, dei testi tradizionali, dell’ebraico biblico e moderno, della produzione culturale ed artistica. Tutti elementi preziosi per avviare, questo lo spirito con cui prende il via questa iniziativa, “una nuova fase di riconoscimento, valorizzazione e trasmissione della cultura ebraica per le presenti e future generazioni”. In quest’ottica il 2018 propone diverse opportunità, anche alla luce di due anniversari significativi per gli ebrei italiani e per il paese: l’ottantesimo anniversario dall’emanazione delle leggi antiebraiche del ‘38 e i 70 anni della Costituzione. Due ricorrenze importati, viene spiegato, che diventano momento centrale per una riflessione sul sistema dei valori che caratterizzano una collettività multiculturale che affronta la sfida dell’integrazione da un lato e della preservazione delle ricchezze culturali e tradizioni di ciascuna componente dall’altro, a partire dalla presenza di scuole e strutture educative rivolte ai giovani.
Una sfida che si basa anche su un fondo destinato a questo preciso scopo, con l’invito rivolte alle Comunità fondatrici a partecipare con le loro risorse di esperti, progetti e strutture. In base allo Statuto anche altri soggetti e Comunità potranno aderire come soci istituzionali fondatori e concorrere al raggiungimento delle finalità.

(29 settembre 2017)