L’Austria verso il populismo,
l’attesa risposta delle urne

rassegnaOggi in Austria si vota per il rinnovo del Nationalrat, la camera bassa del parlamento che dispone dei maggiori poteri legislativi. Favorito per l’elezione a cancelliere, secondo tutti i sondaggi, è l’attuale ministro degli Esteri Sebastian Kurz, del partito popolare: ha 31 anni e durante la campagna elettorale si è molto avvicinato alle posizioni dell’estrema destra della FPÖ, il partito che fu un tempo di Jörg Haider. Insieme potrebbero formare il nuovo governo. L’estrema destra, come racconta il Sole 24 Ore, ha puntato la campagna elettorale sul rifiuto delle quote di migranti stabilite dalla Ue ma non sull’uscita dall’euro. A raccontare il volto dei giovani elettori sempre più spostati verso il nazionalismo populista, un articolo de La Stampa. Del candidato della destra popolare scrive invece Daniel Mosseri sul Giornale: “Oggi Kurz, che chiede anche la chiusura degli asili islamici, il taglio delle sovvenzioni ai residenti stranieri e che ha toni durissimi con il presidente turco Erdogan, passa all’incasso: la sua linea toglie voti all’Fpö”. I risultati del voto austriaco, sostiene invece Repubblica, influenzeranno anche gli equilibri politici in Italia, rafforzando il patto tra centrodestra guidato da Berlusconi e la Lega di Salvini.

Cade la capitale dell’Isis. Dopo quattro mesi e mezzo di battaglia, con la resa degli ultimi foreign fighter dell’Isis, Raqqa, ormai ex capitale del Califfato nel nord siriano, è da considerarsi una città quasi interamente liberata dalle forze democratiche siriane (Sdf), un’alleanza curdo-araba sostenuta da Washington e guidata dalle Unità di Protezione del Popolo curdo (Ypg). “Raqqa sin dai primi mesi del 2014 era diventata infatti il cuore amministrativo e militare dell’Isis. – racconta Lorenzo Cremonesi sul Corriere – Qui stavano i suoi massimi dirigenti, i centri di comando e reclutamento, gli uffici della propaganda, compresi alcuni tra i mandanti degli attacchi in Europa. Da qui soprattutto passavano i volontari stranieri, inclusi i tanti ceceni, francesi, tunisini, libici, algerini, egiziani, afghani. Si calcola che al massimo della sua espansione, tra la fine del 2014 e il 2015,l’Isis abbia contato tra i suoi ranghi oltre 40 mila jihadisti arrivati dall’estero: i più ideologizzati, determinati, incattiviti e pronti a farsi ‘martiri’ in nome della loro interpretazione fanatica dell’Islam”.

Il futuro dell’Unesco. Venerdì è stata nominato a Parigi il nuovo direttore generale dell’Unesco: la francese Audrey Azoulay, ex ministro della Cultura del governo Hollande ed ebrea di origine marocchina, è la guida dell’organizzazione dell’Onu che si occupa della tutela della cultura e dell’educazione nel mondo (Avvenire). La Azoulay deve far fronte all’annuncio da parte di Washington, e in seguito di Gerusalemme, di voler lasciare l’Unesco a seguito delle tante risoluzioni in chiave anti-israeliana approvate dall’organizzazione. “La sua prima missione – scrive Pietro Del Re su Repubblica – consisterà nell’evitare ogni pretesto che possa prestarsi alla politicizzazione dell’agenzia Onu. Inoltre, come ha dichiarato la direttrice uscente, la bulgara Irina Bokova, dovrà ‘riunire le forze in campo e trovare nuovi fondi’”. Per farlo, servirà convincere Trump e Netanyahu che l’Unesco ha cambiato corso.

16 ottobre 1943. “Ricordiamo insieme la deportazione degli ebrei romani”, è il titolo dell’iniziativa – arrivata alla quinta edizione – organizzata da Federica e Tobias Wallbrecher e da Rivka, Sara e Grazia Spizzichino per ricordare la tragedia del 16 ottobre 1943. Ad inaugurare oggi la commemorazione, scrive l’Osservatore Romano, nell’auditorium della sede romana dell’Istituto Maestre Pie Filippini, un preludio musicale — la chitarra di Stefano Galli — mentre il rav Joseph Levi concluderà la mattinata parlando di “Amore coscienza e responsabilità”. Nel pomeriggio porteranno il loro saluto anche il cardinale Walter Kasper e Renzo Gattegna. Domani invece tra gli appuntamenti legati all’iniziativa, alle 17 l’incontro all’ex collegio militare di Palazzo Salviati, in piazza della Rovere, con un altro momento di riflessione “a cui parteciperanno, tra gli altri – riporta l’Osservatore – Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, Susanne Wasum-Rainer, ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Repubblica italiana, Oren David, ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede”.

Calcio e Memoria. Continua a far parlare Presidenti, il saggio di Adam Smulevich dedicato ai fondatori delle squadre di calcio di Casale, Napoli e Roma cancellati dal fascismo per via della loro origine ebraica. Repubblica, nel suo dorso romano, dedica oggi al libro una pagina focalizzata in particolare sulla figura del giallorosso Renato Sacerdoti. Fascista della prima ora, fu al centro di una durissima campagna antisemita nel momento in cui le Leggi Razziali presero la strada dell’ufficialità. Parlano oggi del libro anche il domenicale del Sole 24 Ore, dove la figura che più riluce è quella del napoletano Giorgio Ascarelli. Un grande uomo di calcio, ma anche un imprenditore, umanista e mecenate a tutto campo. Ampio lo spazio concesso anche dall’Osservatore Romano, che riconoscendo il ruolo essenziale svolto da Sacerdoti, Ascarelli e dal casalese Raffaele Jaffe nel pallone degli albori, titola “Quei pionieri vittime delle leggi razziali”

Le anime del sionismo. Sul Domenicale del Sole 24 Ore lo storico David Bidussa ricorda il centenario della Dichiarazione Balfour, analizzando il libro di Arturo Marzano Storia dei sionismi. Lo Stato degli ebrei da Herzl a oggi (Carocci). “Se siamo ancora oggi, nel 2017, a discutere di sionismo – riflette Bidussa – è perché in quella partita si sovrappongono molte questioni. Per questo vale la pena ancora una volta di ripercorrere questa lunga storia, carica di simboli, appesantita da un confronto identitario tra contendenti che non individuano una situazione di compromesso, laddove, il compromesso, come è tornato a ripetere Amos Oz (Cari fanatici, Feltrinelli, pagg. 96-97) non è da intendersi come umiliazione, bensì come ‘una scelta di vita’ perché il contrario del compromesso non è ‘schiena dritta’, ma ‘fanatismo, morte’”.

Il pericolo dei nuovi fascisti. Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo dipinge un quadro fosco sul futuro dell’Europa e non solo in merito al riemergere dei movimenti neofascisti. “Il fascismo – scrive Colombo – viene mandato avanti perché è l’unica forza che può liquidare l’Europa, la possibilità che le regole europee diventino difesa permanente dei diritti individuai e civili, che il controllo delle banche renda impossibile il riformarsi di grandi mafie locali di potere e l’arbitrio di capi con radici oscure. Il fascismo appare per ora una serie di episodi limitati e destinati a sorprendere sul momento”. Il suo ritorno, continua l’autore, non è “folklore. Naturalmente occorre una grande e confusa debolezza intorno. A loro sembra il momento giusto”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked