L’Orto degli ebrei di Bologna,
uno storico ritrovamento

rassegnaCome raccontano oggi diversi quotidiani e come spiegato ieri dal Portale dell’ebraismo italiano, è stata presentata a Bologna la significativa scoperta del più grande cimitero ebraico medievale noto in Italia – chiamato anche l’Orto degli ebrei -, venuto alla luce nel corso delle indagini archeologiche per la realizzazione di un nuovo complesso residenziale. “Se ne era persa ogni traccia alla fine del 500 e ora con le sue 408 sepolture potrà svelare un pezzo della storia di Bologna e della sua comunità ebraica. Il tesoro era sepolto vicino al monastero di San Pietro Martire, nell’isolato compreso tra le vie Orfeo, de’ Buttieri, Borgolocchi e Santo Stefano”, scrive il Corriere Bologna. “La comunità ebraica aveva una forte centralità in tutto il territorio nazionale – il richiamo storico del presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz -, questo ritrovamento ne definisce anche il ruolo sociale che aveva in città e come in poco tempo sia stata letteralmente eliminata”. “Con la scoperta di questo sito avviamo un progetto di studio che metterà insieme competenze diverse, per certi versi simile a quanto avviene per il Nettuno”, ha assicurato il rettore Francesco Ubertini (Repubblica Bologna). Il Dipartimento di Scienze biologiche dell’Alma Mater, insieme a studiosi delle Università di Firenze, Cambridge e Dublino, condurrà analisi morfologiche, microbiologiche, molecolari e tomografiche per ricostruire la vita della comunità. Gli archeologi studieranno i materiali che poi, secondo il sovrintendente Malnati, potrebbero essere collocati al Museo Ebraico di Bologna. O al Meis di Ferrara. ll rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna, rivolgendosi al sindaco Merola, ha poi sottolineato la necessità di dare degna sepoltura alle salme una volta conclusi gli studi (Il Resto del Carlino).

Gerusalemme e Riad, la minaccia comune è l’Iran. L’Arabia Saudita, spiega Giordano Stabile su La Stampa, ha accusato l’Iran di “attacco militare diretto” per il missile lanciato dai ribelli yemeniti Houthi su Riad e ha risposto con un raid che ha eliminato uno dei leader del movimento sciita, Adnan Zbarah. II blitz dell’aviazione è scattato durante una riunione del comandante con altri capi della provincia di Saada, confinante con il regno, e ha portato all’eliminazione di “dozzine” di militanti. “Un segnale – sottolinea Stabile – anche per gli avversarsi del principe Mohammed bin Salman: dopo la grande purga della notte fra sabato e domenica il clima è cambiato e Riad reagirà colpo su colpo”. Intanto, dopo le indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane circa una visita segreta in Israele di un “alto dignitario saudita” (smentite da Riad), il ministro degli Esteri israeliano ha diramato “insolite istruzioni a tutte le sue ambasciate nel mondo al fine di sollecitare sostegni internazionali all’Arabia Saudita contro l’ingerenza iraniana in Libano e a favore della guerra lanciata da Riad contro i ribelli filo-iraniani nello Yemen”, scrive Avvenire, citando la tv israeliana Channel 10 come fonte della notizia.

Affile, sindaco condannato per apologia del fascismo. Ercole Viri, sindaco di Affile, a 80 chilometri da Roma, è stato condannato assieme a due assessori a 8 e 6 mesi di reclusione e al risarcimento nei confronti dell’Anpi, che aveva presentato denuncia, per aver fatto costruire un sacrario intitolato nel 2012 al gerarca fascista Rodolfo Graziani, inserito dall’Onu nella lista dei criminali di guerra. “Questa del tribunale di Tivoli – ha commentato l’avvocato dell’Anpi, Emilio Ricci, – è una sentenza significativa perché, finalmente, un giudice si è pronunciato su una questione complessa e delicata affermando che l’apologia del fascismo si manifesta anche con la creazione di monumenti che celebrano il regime. È stato un fatto molto grave la realizzazione di un monumento celebrativo in onore di un criminale di guerra, condannato da un tribunale militare per collaborazionismo con il tedesco invasore” (Fatto Quotidiano).

Firenze, la scuola del dialogo. Su Repubblica Firenze si parla della “Scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale”, promossa dall’imam e presidente Ucoii Izzeddin Elzir, dall’ex rabbino Capo Joseph Levi (sarà lui il presidente della scuola) e da monsignor Andrea Bellandi. La scuola, si legge, sarà dedicata anzitutto a chiunque abbia a che fare, nella quotidianità della propria professione, con realtà multireligiose e multiculturali. “Non solo sindaci e amministratori pubblici, la scuola si rivolge anche a medici, forze dell’ordine, albergatori”, spiega Elzir a Repubblica. Saranno coinvolti anche scuole e operatori dell’informazione.

Il Pissarro rubato da Vichy torna ai suoi proprietari. Da ieri La cueillette des pois di Camille Pissarro è tornato nelle mani dei suoi legittimi proprietari. Il quadro faceva parte dei 93 capolavori in possesso di Simon Bauer, ebreo francese, che a Parigi aveva fatto fortuna con le scarpe. La collezione gli venne sequestrata nel 1943 dal regime collaborazionista di Vichy: l’affidò a un mercante d’arte per rivenderla a privati. Il quadro da allora, ricostruisce La Stampa, passò tra varie mani, prima di essere acquisito nel 1995 da una coppia di collezionisti americani, i Toll, in un’asta da Christie’s a New York, per 800 mila dollari. Sono stati loro a prestare il dipinto al museo Marmottan, in piena Parigi, per una retrospettiva su Pissarro, all’inizio di quest’anno. I discendenti di Bauer hanno scoperto per caso che il quadro era esposto a Parigi : non sapevano che fine avesse fatto. E hanno chiesto alle autorità francesi di sequestrarlo. Ieri il tribunale di Parigi ha deciso che sarà restituito a loro.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked