FUMETTI Storia di due famiglie tutte speciali

Serge BeresniakLa vera storia di Asterix, cui René Goscinny ha voluto dare il nome di un segno tipografico, la storia dell’asterisco che più di ogni altra cosa racconta il suo attaccamento alle radici familiari, non inizia in un piccolo villaggio dell’Armorica, bensì a Khodorov, in Ucraina, e a Varsavia, i luoghi da cui provengono i suoi genitori, Anna e Stanislaw. Anna era figlia di Feyge Garber e di Avrom-Leyzer Beresniak, che in Francia avrebbe preso il nome di Abraham Lazare, e che a Khodorov era maestro, un melamed, e insegnava alfabeto ebraico e basi della Torah. Arrivati a Parigi con i loro nove figli i Beresniak abitarono prima del diciottesimo arrondissement, per poi riuscire a trasferirsi nel 5. Stanislaw Goscinny, invece, era il terzo dei quattro figli di Abraham Goscinny e di Helena Silberblick, e arrivò in Francia all’inizio del 1900 per terminare gli studi in chimica, dopo che vi si era già trasferito suo fratello Moise, studente di medicina. Sono Natalia Kryinicka e Gilles Rozier a raccontare, nel saggio “Aux origines: Le Beresniak et le Goscinny”, compreso nel catalogo della mostra “Au-delà du rire” stampato da Hazan in collaborazione con il Musee d’art e d’histoire du judaisme le vicende delle due famiglie, un caso esemplare di cosmopolitismo e capacità di adattamento. Goscinny, in effetti, è un cognome molto raro in Polonia e la documentazione scarseggia. In polacco significa “accogliente”, un termine che si trova sugli alberghi, ma potrebbe anche essere un toponimo. Non c’è modo quindi di sapere se la famiglia Goscinny, arrivata a Varsavia intorno al 1850, aveva già avuto qualche contatto con il mondo degli stampatori, o era addirittura imparentata con Yitshaq Goscinny, che nell’ultimo quarto del XIX secolo aveva lasciato Varsavia per aprire una bottega a Gerusalemme. Il matrimonio tra Stanislaw Goscinny e Anna Beresniak, nel 1919, era una sorta di sintesi della popolazione ebraica dell’Europa orientale, fra un ebreo polacco di Varsavia e una ragazza cresciuta in uno shtetl. Le fotografie dell’epoca, però, mostrano una coppia che ha abbandonato gli abiti tradizionali, e i fratelli Goscinny per studiare chimica e medicina, hano bisogno di competenze anche linguistiche che sono prova e garanzia di integrazione e di fuoriuscita dagli ambiti più tradizionali. La coppia ha due figli, Claude nel 1920 e René nel 1926, l’anno in cui sono naturalizzati francesi. Abraham Lazare Beresniak, padre di Anna, nel 1912 aveva aperto, insieme al figlio Léon, una stamperia, nel quinto arrondissement, che pubblicava testi in diverse lingue, tra cui sicuramente, yiddish, ebraico, francese, russo e polacco. Il loro catalogo spazia dalla letteratura all’attualità politica, con un eclettismo che dimostra come i Beresniak avessero saputo intessere rapporti al di fuori dell’ambito degli immigrati ebrei per rapportarsi con gli intellettuali francesi, mostrando una certa simpatia per il sionismo, e forse un impegno nella sinistra non bolscevica. Quest’ultimo dato, poi, è confermato da un rapporto di polizia allegato al dossier per la naturalizzazione di Léon, e già nel 1925 la stamperia riesce a dare lavoro a dieci persone, di diverse nazionalità, e stampa sia in proprio che per conto terzi. E mentre Lazare Beresniak pubblica nel ’39 un dizionario yiddishebraico di cui è autore, sotto lo pseudonimo “Avaq”, ossia polvere, in ebraico , il figlio si associa al genero Stanislaw Goscinny in un’impresa che produce materie plastiche. All’inizio della Seconda guerra mondiale la stamperia viene “arianizzata” e affidata alla gestione di un amministratore francese non ebreo, ma per una serie di motivi poco chiari non pare succedere molto fino al 1943, quando macchinari e attrezzature vengono inventariati e valutati, per poi essere venduti a un altro stampatore. Già nel 1942, però, il proprietario dello stabile aveva scritto all’amministratore della stamperia che “Avendo il signor Beresniak dovuto lasciare Parigi, l’impresa è chiusa”. Non era vero: già alla fine del 1941 i fratelli Beresniak erano stati arrestati, per essere trasferiti prima a Drancy e poi ad Auschwitz e morirvi immediatamente. Altri membri della famiglia hanno avuto destini diversi, chi nascondendosi, chi collaborando con la resistenza e stampando documenti falsi, chi arrestato dalla Gestapo. Anne, con i figli Claude e René, nel 1928 aveva lasciato la Francia per raggiungere suo marito in Argentina. Serge, rimasto vedovo, torna alla stamperia nel luglio del 1945, ed è nominato amministratore unico, come erede di Léon. Nel 1946 si risposa, e negli anni successivi oltre a far ripartire gli affari ottiene senza problemi la nazionalità francese. Come da tradizione familiare, Serge stampa libri in diverse lingue, in polacco e francese, e in russo: sarà lui a pubblicare, nel 1973, la prima edizione originale di Arcipelago Gulag, di Aleksandr Solženicyn. Ma in quegli anni l’impresa è già in crisi, sia per la modernizzazione dei processi di stampa che per il calo dei lettori in russo e yiddish. Chiuderà nel 1975. I Beresniak, attraverso la stamperia, hanno portato un contributo notevole alla vita ebraica francese, e René Goscinny a queste sue radici familiari ha sempre mostrato di essere molto affezionato. Del resto Asterix, personaggio emblematico della cultura popolare francese, porta in sé il segno di questa storia poliglotta e totalmente ancorata alla cultura ebraica moderna. Non solo nel nome.

Nell’immagine, Serge Beresniak davanti alla pressa della tipografia, nel 1917.

Ada Treves, Pagine Ebraiche, novembre 2017