Se lo dice un ebreo israeliano

Emanuele CalòIl responsabile di un programma radiofonico, chiamato in causa per aver diffuso senza alcun contraddittorio dei pesanti attacchi contro la politica israeliana, ha risposto asserendo che aveva pure invitato un israeliano.
Poiché tra i compiti delle istituzioni ebraiche vi è quello di combattere il razzismo antisemita, sarebbe bene approfondire il malvezzo di colui che volendo apparire perfetto, si rivela per quello che davvero è: un perfetto antisemita, così poco sveglio da credere di essere equanime quando invece è soltanto ignorante.
L’argomento apagogico e la comparazione insegnerebbero, in questo caso, che a nessuno verrebbe in mente di dire: ”Kim Jong-un è un grande uomo perché me lo ha detto un nord coreano” oppure “Obama era un pessimo Presidente perché me lo ha detto un americano”.
Nel caso degli ebrei – e torneremo sull’argomento – è diverso. Poiché per l’antisemita gli ebrei sono un monolite (Mussolini a Trieste disse che “L’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del Fascismo”; non alcuni ebrei ma tutti in gruppo) se un ebreo/israeliano si esprime contro gli ebrei oppure contro la politica israeliana, giusta o sbagliata che sia, non è una persona come tante che esprime un parere, ma è uno che confessa. Altrimenti non si riterrebbe che se un ebreo critica Israele la cosa assuma un significato rilevantissimo, mentre se un americano critica l’ex Presidente Obama le sue opinioni non assumono uno speciale rilievo per via della sua cittadinanza.
Quando si riferisce di israeliani ebrei che muovono accese critiche al governo, nessuno è sfiorato dal sospetto che si tratti di un fenomeno intrinseco alla democrazia, ma lo si legge convogliando questo messaggio: “perfino loro, che sono ebrei, insorgono contro il sionismo”. Sennonché le opinioni non valgono per via della fede o del passaporto ma, semmai, per la forza dei ragionamenti che ne sono alla base.
Sarebbe bene far caso, ad esempio, quando si legge che “Noam Chomsky, ebreo, ha condannato Israele” perché si tratta di puro e semplice razzismo. Si tratta di forme nuove di antisemitismo che postulano un maggiore impegno per combattere e smascherarle.

Emanuele Calò, giurista