Milano – Religioni e contrasto alla violenza

20171129_163718Cosa rispondono le religioni di fronte alla violenza, in particolare quando riguarda i nuclei famigliari? E quali strumenti assistenziali mette a disposizione lo Stato? Quali gli interventi di formazione e prevenzione vengono fatti nelle scuole secondarie di secondo grado? Sono alcuni degli interrogativi che hanno fatto da motore al nuovo appuntamento a Milano del ciclo di incontri Insieme per prenderci cura, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra Biblioteca Ambrosiana, Associazione Medica Ebraica, Comunità Religiosa Islamica Italiana (Coreis), Collegio IPASVI. Milano-Lodi-Monza e Brianza e Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico. “In questo mese sono scomparse due figure che hanno avuto un ruolo importante in questo progetto: rav Giuseppe Laras e l’imam Abd al Wahid Pallavicini. Che il loro ricordo sia di benedizione”, ha sottolineato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara, ricordando la recente scomparsa di rav Laras, presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana, e Pallavicini, fondatore del Coreis. Diversi gli oratori che hanno partecipato all’incontro tenutosi nelle sale del Policlinico di Milano. Per la parte ebraica a intervenire è stato Gavriel Levi, docente di psicologia e pedagogia a La Sapienza, che ha sottolineato come “per prima cosa dobbiamo chiederci cosa si intende per violenza: ovvero rompere il rispetto per l’altro, i suoi spazi”. Levi ha sottolineato come nell’ebraismo punto nodale nell’affrontare la violenza è la necessità di educare l’altro al rispetto ma per farlo bisogna guardare prima a se stessi. “Un aspetto tipico del pensiero ebraico, è il fatto di non guardare mai il male dentro gli altri ma il bene dentro di loro, mentre viceversa non dobbiamo mai guardare il bene dentro noi stessi, ma il male”. “Ogni essere umano – ha ricordato in un altro passaggio il professor Levi – deve mettersi alla prova con i tredici attributi della Misericordia. Chi non sa questo, non ha capito i dieci comandamenti”. Dell’Islam ha invece parlato Chiara Ferrari in rappresentanza del Coreis, a cui sono seguiti – per la parte religiosa – gli interventi di Ilenia Goss della Commissione di Bioteca della Tavola Valdese, di Tenzin Khentse, monaco buddhista tibetano, e di Pier Francesco Fumagalli, vice prefetto Biblioteca Ambrosiana, che ha spiegato la posizione cattolica rispetto al contrasto alla violenza.

d.r.