Il dado è tratto

pontecorvoDopo la decisione del Presidente USA Trump di spostare la sede dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, qualcuno lo accusa di essere riuscito dove anche l’egiziano Nasser alla fine raccolse una sconfitta: fornire un motivo al mondo arabo-musulmano per unirsi e sentirsi coeso.
Non credo sia utile stare qui a commentare i motivi del perché di questa scelta, che certo va solo a confermare la natura dei fatti. Ormai il dado è tratto e difficilmente si potrà tornare indietro.
Sono invece convinto sia molto importante analizzare come il mondo abbia reagito a questa decisione. Mentre alcuni stati hanno compreso le motivazioni di tali scelte, altri, come purtroppo l’Italia, hanno perso l’ennesima occasione per prendere una decisione coerente.
L’Italia già in passato, creando un caso diplomatico non indifferente, aveva votato positivamente la mozione dell’Unesco in cui veniva negato ogni collegamento tra la religione ebraica e Gerusalemme. Una votazione cambiata solo grazie all’intervento di Matteo Renzi e che ha ristabilito almeno in parte una verità ineludibile: Gerusalemme è stata, è e sarà la capitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele.
Curioso in questo senso è la differenza tra le reazioni alle parole di Trump e quelle pronunciate dall’ex Presidente Obama. Anche lui davanti all’AIPAC fu molto netto nel confermare il sacrosanto diritto di Israele a difendersi e nell’avere Gerusalemme come capitale.
In questo scenario quel che mi preoccupa di più da ebreo italiano sono invece gli episodi violenti che questa decisione ha portato. Sono oltre mille i feriti negli scontri in Israele dopo le parole di “The Donald” mentre Hamas continua un giorno sì e l’altro pure a indire “giornate della collera” e a ricordare come questa decisione abbia “aperto le porte dell’inferno”.
Tali minacce non riguardano purtroppo solo i nostri fratelli residenti in erez israel ma anche ogni ebreo della diaspora. Come già successo qui a Roma con l’attentato in cui morì Stefano Gaj Tachè z”l. , in giro per l’Europa continuano ad essere compiuti attacchi non tanto contro le sedi di rappresentanza israeliane quanto a simboli della vita ebraica come il ristorante kosher di Amsterdam o la sinagoga di Göteborg colpita questa sera da bombe molotov.
L’ennesima dimostrazione che l’odio antisionista è solo una scusa per celare il viscerale odio antiebraico proveniente da una parte del mondo musulmano (e non solo).
Confidiamo che le autorità italiane continuino a proteggerci, tutelarci e difenderci così come fanno quotidianamente con il loro infaticabile e prezioso lavoro.

Gianluca Pontecorvo, Consigliere UCEI