Chanukkah…

La festa di Chanukkah può apparire da un certo punto di vista come una ricorrenza dedicata a ricordare e celebrare essenzialmente una restaurazione di valori, in particolare la purezza del culto monoteistico nel Santuario di Gerusalemme, simbolizzata dalla riaccensione della Menorah, e l’autonomia ebraica, rappresentata dalla vittoria dei Maccabei. In realtà però il nome stesso della festa – Chanukkah significa innanzitutto inaugurazione – ci dice che non si trattava di un semplice ritorno al passato ma l’inizio di qualcosa di nuovo e di assolutamente fondamentale, proprio in quanto rivolto al futuro: quando i Maestri d’Israele – Chakhamenu Zikhronam Livrachà (Chaza”l) istituiscono questa festa e stabiliscono di accendere i lumi di Chanukkah con la stessa formula di benedizione che accompagna tutti i precetti esplicitamente prescritti nella Torah – “Benedetto Tu o Signore…. che ci hai comandato di accendere il lume di Chanukkah” – manifestano per la prima volta in modo così esplicito l’ampiezza del compito loro riconosciuto, nell’interpretare la Torah e nell’indicare come trarre dal testo sacro della rivelazione di D.O gli insegnamenti necessari a mantenere vive ed attuali quelle parole, in qualsiasi condizione si fosse venuto a trovare in futuro il popolo d’Israele. Restaurare la purezza delle fede monoteistica contro ogni deformazione pagana, conservare la santità dei Comandamenti, non riducendoli ad elementi di contorno – come intendeva la dominazione ellenistica – ma al contrario sviluppandoli ed interpretandoli in modo che fossero sempre di guida e riferimento in ogni circostanza della storia del popolo ebraico, questi i contenuto più profondi ed attuali della festa di Chanukkah.

Giuseppe Momigliano, rabbino