Meis, il grande giorno
È il grande giorno del Meis, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah che si inaugura a Ferrara alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella.
Racconta Paolo Rumiz su Repubblica: “Il Meis aprirà domani al pubblico la prima delle cinque sezioni previste, dedicata alle origini e ai primi mille anni di presenza ebraica in Italia. Nel 2020, una volta completato, diverrà uno dei più grandi contenitori culturali della nazione”. Rumiz parla inoltre di Ferrara come città “dove l’ebraismo è nell’aria, nei mattoni, nei canali, nei vicoli e nelle stesse brume padane”. E dal Meis, sottolinea, “impareremo molto”.
Prova a spiegare perché anche Anna Foa, curatrice della mostra dedicata al primo millennio di presenza ebraica nel paese assieme a Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla. Scrive la studiosa sull’Osservatore Romano: “Perché gli ebrei sono così importanti nella storia italiana? Nella simbiosi culturale che si crea, nella mescolanza di lingue, il greco, il latino, più tardi l’esplosione dell’ebraico, la cultura ebraica è stata parte integrante della formazione della cultura in volgare: abbiamo testi in volgare scritti in lettere ebraiche, ebraici sono alcuni dei primi testi della letteratura italiana. La cultura in lingua italiana nasce anche dall’apporto del mondo ebraico, ed è il frutto di un complesso meticciato culturale, anche se ce lo siamo troppo a lungo dimenticato”.
Secondo il Messaggero, sarebbe a rischio la prossima partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme. E questo perché la Rai, che detiene i diritti televisivi della corsa, ha annullato tutte le partenze di tecnici (incaricati di alcuni sopralluoghi) previste per la prossima settimana.
Una ricostruzione che appare eccessiva. Basti pensare al fatto che la Gazzetta dello sport, il quotidiano che organizza la corsa, ospita oggi un’intervista all’ex ciclista spagnolo Alberto Contador. Il plurivincitore di Giro e Tour, pur confermando di aver chiuso con l’agonismo, dice: “Quale corsa mi sarebbe piaciuto disputare? Il Giro che parte da Israele”.
“Il sogno di un Paese progressista e secolare, per quanto possa esserlo una nazione come Israele che sulla religione basa tanta parte della sua vita, con Netanyahu è tramontato. Insieme a quello di una pace duratura con i palestinesi”. È quanto sostiene Aluf Benn, direttore di Haaretz, in una intervista a Repubblica.
Parlamentari alle marce antisemite, molotov sulle sinagoghe, roghi di bandiere israeliane. Secondo Giulio Meotti, che ne parla sul Foglio, la Svezia “ha un problemino con ebrei”.
Sul Foglio, Manuel Orazi parla con coinvolgimento del progetto di traduzione in italiano del Talmud babilonese (in libreria da qualche giorno anche i due volumi del trattato di Berakhot). “Le grandi opere non sono solo di cemento, ma possono essere anche d’inchiostro. E l’inchiostro – si legge – è scorso a fiumi per comporre il Talmud, il cuore della tradizione orale dell’ebraismo”.
Su Repubblica, Wlodek Goldkorn ricorda il fondamentale intervento con cui 75 anni fa, dai microfoni della BBC, Thomas Mann raccontò ai tedeschi le notizie che aveva sulla sorte degli ebrei in Polonia e nel resto dell’Europa sotto controllo nazifascista. “Oggi, a 75 anni da quel discorso, e a 72 dall’apertura dei cancelli di Auschwitz e con i fascisti che dispiegano i loro vessilli nelle città del Vecchio Continente – riflette l’autore – sappiamo che un discorso improntato a un modo di pensare razionale e razionalista, legato alla fede nella capacità degli umani di stare dalla parte del Bene, a patto che capiscano la situazione, non è sufficiente per combattere il fascismo”.
Il Pd chiede ufficialmente a Luigi di Maio un chiarimento su alcuni siti di disinformazione che sarebbero gestiti da persone vicine al Movimento Cinquestelle. Con l’occasione, La Stampa parla anche della pagina Facebook “Club Luigi di Maio”. Non legata in alcun modo all’esponente grillino, nel suo nome questa pagina è comunque protagonista di vari incitamenti all’odio. Come quando, ricorda il quotidiano torinese, pubblicò la foto del parlamentare Emanuele Fiano assimilato a un maiale.
Recuperato in tutto il suo splendore il chiostro di Sant’Agostino alla Zecca, dove nel corso dei secoli sono accaduti diversi fatti significativi di storia napoletana. Il Corriere ricorda come, nel Novecento e fino alla promulgazione delle Leggi Razziali, fosse di proprietà degli ebrei Ascarelli. Là infatti aveva sede la ditta di famiglia, il più grande ingrosso di lane e seta del Centro-Sud.
Ernesto Ferrero, su La Stampa, si sofferma su alcune delle immagini più significative dell’Album Primo Levi da poco pubblicato da Einaudi. Tante, scrive, le foto che “illuminano e commuovono”. Come le foto di famiglia con Nonna Màlia giovinetta in posa seduttiva, quelle scolastiche del D’Azeglio, le estati a Bardonecchia con l’amata sorella Anna Maria e i cugini, le partite a tennis, le escursioni alpinistiche e sciistiche, ma anche “gli scherzosi quaderni goliardici, tra vignette e poesiole, redatti con gli amici torinesi che lavoravano con lui a Milano, le raffinate letture giovanili”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(13 dicembre 2017)