Meis, una storia italiana

rassegnaApre oggi al pubblico il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis) dopo la grande inaugurazione di ieri alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Cultura Dario Franceschini. Ampio spazio su tutti i quotidiani all’evento di ieri: “II Meis inizia il suo percorso con l’esposizione Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, sottolinea il Corriere in un articolo a tutta pagina, ricordando come la mostra curata da Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, con l’allestimento dello studio Tortelli Frassoni, parli dell’unicità della presenza ebraica nella Penisola dall’età romana (II secolo a.C.) al Medioevo (X secolo d.C.). Il quotidiano ricorda poi le parole di Dario Disegni, presidente del Meis sulla storia della struttura del museo ferrarese: “l’ex carcere – ha spiegato Disegni, ricordando il primo uso del luogo – è diventato da luogo di segregazione a elemento di inclusione”. “In quegli stessi spazi fu recluso per due mesi Giorgio Bassani. – ricorda su Avvenire Adam Smulevich – E con lui il meglio dell’antifascismo ferrarese, nemico acerrimo di un regime che in questa città fu responsabile di particolari nefandezze. Una prigione, il vecchio carcere di via Piangipane, che diventa museo. Un luogo di chiusura al mondo che diventa centro di propagazione culturale senza confini, con l’ambizione di rivolgersi a un pubblico ampio”. Sull’esposizione invece Elena Loewenthal su la Stampa spiega “Dal presente e dal futuro della cultura, entrare nella mostra è stato come precipitare negli abissi di un passato a cui tutti in fondo apparteniamo”. Un passato che “comincia da Gerusalemme, perché qui tutto comincia, e tutto torna… Ma la prospettiva con cui si avvia il cammino espositivo della mostra e del Meis, un cammino supportato da una ‘applicazione’ del multimediale davvero significativa e di grande impatto, è Gerusalemme vista dal deserto, Gerusalemme come meta di quel viaggio ancestrale che si dirige verso la Terra Promessa”.
Con l’inaugurazione di ieri “Ferrara chiude il cerchio. – scrive Marco Contini su Repubblica Bologna – Con un luogo di aggregazione culturale che ha l’ambizione di essere insieme museo e centro studi, eredità diretta – ancorché spezzata per oltre quattro secoli – di quella che tra il XV e il XVI secolo divenne, per sua scelta, uno fra i luoghi più vivaci della cultura ebraica, italiana e non solo”. Il Meis potrà essere il “racconto di come si vive e si convive – spiega a Stefano Lolli (Quotidiano Nazionale) Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane -, comprendendo i valori dell’ebraismo e, in fondo, quelli di tutte le religioni. Mostra, e museo, ci aiutano a riflettere su come l’inclusione sia l’arma più potente per sconfiggere le paure, e rischiarare il buio che spesso sembra destinato ad avvolgerci nuovamente”. Sul Corriere Bologna diversi approfondimenti legati all’inaugurazione del Meis, della mostra, una riflessione del direttore Enrico Franco e un articolo sul progetto architettonico.

Erdogan contro Israele. Gerusalemme Est deve essere la capitale dei palestinesi. L’America di Trump non è più credibile come un mediatore. La difesa della Città Santa resta la “linea rossa” per tutti i musulmani. Al vertice di Istanbul le 57 nazioni dell’Organizzazione dei Paesi islamici si sono compattate, racconta La Stampa. “Ma al di là della retorica di fuoco del padrone di casa, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, la spaccatura fra moderati, guidati dall’Arabia Saudita, e il “fronte della resistenza” a leadership iraniana, è rimasta sotto alla superficie e, alla fine, il punto di mediazione ricalca le posizioni tradizionali di Riad e lascia la porta aperta a una trattativa con Israele. Al vertice hanno partecipato 48 Paesi, con una ventina di capi di Stato e di governo. Tutti si sono trovati d’accordo nel dichiarare “Gerusalemme Est capitale dello Stato di Palestina”. Sempre su La Stampa gli scrittori Appelfeld e Yehoshua danno una loro valutazione delle parole del presidente americano Trump su Gerusalemme.

La storia riscritta. “Mussolini proprio un dittatore non era” a dirlo il leader del centrodestra Silvio Berlusconi, scatenando le polemiche per un’affermazione evidentemente falsa e pericolosa, a maggior ragione a fronte della riemersione degli estremismi di destra in Italia. “Viviamo tempi assai bizzarri, – Sebastiano Messina su Repubblica – se ci tocca sentire nello stesso giorno un governatore di sinistra (Michele Emiliano) che equipara Melendugno ad Auschwitz e un leader di destra (Silvio Berlusconi) sostenere che Mussolini ‘proprio dittatore non era, nel suo piccolo’”.

Natale nelle scuole pubbliche. Sul Corriere 7 Rossella Tercatin interroga Maurizio Mori, professore ordinario di Filosofia morale, e Franco Garelli, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali, in merito al ritorno del dibattito in Italia sull’opportunità o meno di festeggiare nelle scuole pubbliche italiane il Natale. “L’Italia ha una matrice culturale cattolica e le sue tradizioni sono importanti. Altrimenti si rischia il freddo laicismo francese”, sottolinea il sociologo. “Le feste di fine anno dovrebbero appartenere a tutti, non solo a chi si identifica come cristiano” ribatte l’accademico.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked