Miracoli

Sara Valentina Di PalmaPerché, ci chiedeva a cena Erev Shabbat, allo Shabbaton di Rodi Garganico, uno dei nostri commensali, Alessandro Cohen (arrivato appositamente da Israele, e noi che pensavamo di essere gli ospiti giunti da più lontano!), perché c’è stato il miracolo di Chanukkah? Quando i Maccabei sono entrati in Tempio e hanno trovato una sola ampolla d’olio per la Menorah, non avrebbero potuto accendere un lume solo? Che cosa sarebbe stato più logico fare in alternativa?
Sarebbe stato saggio razionare l’olio, usandone meno in modo da cercare di farlo bastare fino ad avere prodotto nuovo olio a sufficienza, penso. Che belle quelle Hanucchiot del miracolo costruite con cucchiai ed altro materiale di recupero dai prigionieri dei lager che barattavano il loro poco pane, il quale poteva far la differenza tra vivere un giorno in più o consumarsi prima, in cambio di quanto potevano usare per celebrare Hanuccà!
Dato che non possiamo affidarci alla sola immensa bontà, giustizia e misericordia di Hashem e sperare in un suo miracolo, perché i Maccabei non hanno scelto le soluzioni umanamente più razionali e lungimiranti, quando nel Bet haMikdash hanno trovato quella sola, piccola ampolla d’olio?
Varsavia, 1943. Che cosa ha portato il ventiquattrenne Marek Edelman, dopo il suicidio del suo coetaneo comandante Mordechaj Anielewicz – il quale non vloeva farsi catturare vivo dall’occupante nazista che stava annientando la rivolta del ghetto di Varsavia iniziata nei giorni di Pesach – a continuare la lotta nonostante la distruzione dei bunker costruiti dagli ebrei braccati, dopo l’immissione di gas asfissianti nei tunnel scavati sotto le case, dopo l’inondazione delle vie di collegamento, dopo gli incendi appiccati casa per casa? Che cosa lo portò a non desistere insieme ad altri pochi compagni, tra blocchi di macerie fatti saltare con la dinamite per stanarli, sino ad entrare nelle fogne e continuare a combattere, e riuscire mesi dopo ad uscire e disperdersi nella parte ‘ariana’ della città, da dove si sarebbe unito ai partigiani polacchi per combattere di nuovo nella successiva insurrezione di Varsavia?
Abbiamo il dovere di non affidarci solo alla bontà, alla giustizia e alla misericordia di Kadosh BaruchHu, ma di prendere in mano la nostra vita ed affrontarla. Abbiamo il dovere di lottare e di non desistere, anche nei momenti più bui. E allora forse proprio in questi giorni il Signore opera un miracolo, in un tempo in cui molti ebrei si sono assimilati, e pochi resistono, studiano di nascosto perché è proibito, fingendo di giocare con i sevivonim, impugnano le armi e riescono a cacciare il potente nemico.
Se il signore avesse permesso di cacciare gli ellenici ci sarebbe bastato. E se avesse fatto sì che qualcuno, tra tanti che avevano accettato la cultura e gli usi greci, fosse rimasto nella strada delle mitzvot. Ci sarebbe bastato anche se avesse fatto trovare una sola boccetta d’olio per la Menorah. Ci sarebbe bastatato, e invece mandò il miracolo perché di quello gli ebrei avevano bisogno, di sapere che stavano facendo la cosa giusta, avevano reagito ed il Signore stava mostrando il suo sostegno, non erano soli.
Marek Edelman non era solo. Come non era solo Donato Manduzio, il quale proprio negli stessi tempi bui di Marek imparò a leggere, da umile contadino analfabeta, e quando gli regalarono una Bibbia vi lesse l’Antico Testamento, e sognando di accendere la luce capì poi che quella luce erano le parole della Torà. E ci sarebbe bastato se vi avesse trovato un messaggio eticamente corretto, da applicare il più possibile nella vita di tutti i giorni. Ci sarebbe bastato se avesse deciso, lui solo, di farsi ebreo. E invece altri lo seguirono. E, come ci ha raccontato la morà Grazia nel piccolo, accogliente, luminoso Tempio di Sannicandro, dopo diversi tentativi di contatto anche l’Unione delle Comunità Israelitiche decise di vedere cosa stesse accadendo in questo remoto paesino pugliese. E ci sarebbe bastato lo stupore di Raffaele Cantoni, giunto a Sannicandro per trovarvi un gruppo di ebrei nati dal nulla. Ci sarebbe bastato se avessero insistito per essere riconosciuti come ebrei quando altri, come consigliabile in quei tempi, cercavano di nascondersi.
Ma era tempo di miracoli in mezzo a tanta sofferenza, in fondo non è consigliabile neppure esporci, eppure mettiamo la Hanucchia ben visibile presso le nostre finestre in modo che fuori si veda!
Ci sarebbe bastato se, finalmente, dopo la fine della guerra, dopo la devastazione della Shoah, gli ebrei di Sannicandro fossero stati accolti in Am Israel. E invece il miracolo continuò, decine di loro fecero aliah, ma la scintilla accesa a Sannicandro non si spense. Restarono le donne a resistere, nonostante i matrimoni misti ed un mondo esterno completamente diverso, rimasero a crescere ebraicamente i loro figli, ed i figli dei loro figli, fino a quando di nuovo un gruppo di donne bussò alle porte dell’Unione delle Comunità Ebraiche chiedendo di essere riconosciute come ebree.
Oggi a Sannicandro c’è il Tempio, c’è un centro comunitario tanto piccolo di dimensioni quanto grande nell’accoglienza e nell’amore che offre ai suoi ospiti. Ci sono soprattutto, ancora, donne forti e volitive, nonché cuoche sopraffine.
Non uno, ma tanti miracoli, sono accaduti e accadono, là e qui.

Sara Valentina Di Palma

(14 dicembre 2017)