Setirot – “Amici”

stefano jesurumLo ripeto, e non mi stancherò di dirlo. Considero molti sedicenti amici di Israele e degli ebrei individui verso cui nutro assai più paure che speranze. Non ne faccio una questione politico-ideologica. Facile sostenere che certa sinistra, più o meno estrema, odia Israele ed è profondamente antisemita (vero, anche se: è davvero sinistra?; e fortunatamente perde ormai da anni sempre più peso nel mondo politico reale). Meno facile è leggere invece che cosa scrive chi, ben meglio di quanto possa fare io, esprime però medesimi timori. Un esempio recentissimo è un lungo articolo di Bernard-Henri Lévy intitolato “Trump, Jerusalem, and the Jews”.
E che dire degli “amici” alla Maurizio Belpietro&C? Il giornalista spesso osannato da taluni ambienti ebraici è ahimè appena stato vergognosamente (a mio avviso ovviamente) assolto dall’accusa di avere offeso consapevolmente i fedeli musulmani quando, da direttore di Libero, all’indomani degli attentati del novembre 2015 a Parigi, titolò in prima pagina «Bastardi islamici». E un altro “amico”, nel darne notizia pochi giorni fa scriveva: «L’Italia per ora non è un Paese dove si applica la sharia». Questo signore si chiama Renato Farina, il galantuomo che ammise di aver collaborato da vicedirettore di Libero (nome in codice “agente Betulla”) con i Servizi segreti italiani, fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro. Vecchio adagio: dagli amici ci guardi Dio che dai nemici mi guardo io.

Stefano Jesurum, giornalista