La terza via

Gadi Polacco (1)Secondo un rito spesso assai in voga tra commentatori nel mondo ebraico come in quello degli amici d’Israele, ben visibile in rete, sembra impossibile essere, al contempo, preoccupati per le espressioni antisemite e antisioniste riemergenti in comparti di destra e di sinistra, senza essere vicendevolmente tacciati di voler sottovalutare o sottacere ‎le criticità che la propria “fazione” sottolinea.
Rivendico quindi il diritto a una terza via, ovvero quella di potermi preoccupare, in ugual misura, del riproporsi di becere istanze che si richiamano al nazifascismo quanto delle saldature tra antisemitismo e antisionismo, non nuove a sinistra come a destra, senza voler fare (non è un gioco di parole) d’ogni erba un “fascio”.
Il tutto senza essere “complice” dell’una o dell’altra parte e respingendo, ai vari vicendevoli mittenti, i presuntuosi atteggiamenti con i quali si vorrebbe spiegare alla parte avversa cosa dovrebbe pensare e dire.
Non sento il bisogno di “maestri” non richiesti:‎ nel caso, sono in grado di sbagliare da solo…

Gadi Polacco

(31 dicembre 2017)