…pregiudizi
L’8 gennaio Federico Rampini ha pubblicato su Repubblica un articolo dopo un suo viaggio in “Terra Santa”, che poi sarebbe Israele! È un articolo che ha fatto piacere a molti della comunità ebraica italiana, anche perché Repubblica, per usare un eufemismo, non è mai stata tenera nei confronti dello Stato ebraico. A me, al contrario, è sembrato un articolo stracolmo dei peggiori pregiudizi anti-israeliani. Con l’aggravante che Rampini sarebbe una delle firma di punta del giornalismo italiano. Anzitutto, Rampini dice che “dopo il gesto di Trump su Gerusalemme anch’io mi ero chiesto se annullare le mie vacanze”. Secondo quale logica dovrebbe essere punito Israele per una decisione presa dal governo statunitense? Boh? Rampini, che vive a New York, avrebbe semmai dovuto meditare se restare a vivere negli USA, o se andare magari, in Turchia, che si è apertamente schierata contro la decisione di Trump. Ma, si sa, Trump non è l’America, mentre Netanyahu (ammettendo che abbia contato qualcosa nella decisione) è tutto Israele. Del resto, è nota la compattezza ebraica che trama contro il resto del mondo. Si sorprende, poi, di aver trovato le città israeliane invase dai turisti, stupendosi della discrezione dei controlli israeliani. Ma, dico, questa persona è mai stata in Israele? Se avesse dovuto blindarsi in stile europeo e americano ad ogni attentato, Israele, molto semplicemente, non sarebbe mai nato, visto che la minaccia è costante. Invece che giudicare, ci sarebbe da imparare. Naturalmente, c’è sempre il sospetto che il tirannico Stato ebraico spii tutti grazie alla sua grande capacità tecnologica, che non serve a migliorare l’agricoltura o a creare applicazioni per i nostri smartphone, ma per costruire sofisticati sistemi di controllo (sic!). Rampini si stupisce anche che il governo attuale collabori “paradossalmente” con la polizia di Abu Mazen. E dove sarebbe la novità? Non sono stranote le aree di collaborazione dopo 70 anni che si parla di questo conflitto? Insomma, un coacervo di scemenze degne di una persona che non è mai uscita da casa propria, non di un giornalista giramondo e sofisticato come Rampini. Il quale, conclude ricordando allo Stato ebraico che “Se il suo obiettivo è l’annessione definitiva dei territori occupati, questo porterà Israele ad avere una maggioranza araba”. Grazie, lo sapevamo già. C’è gente (vedi Sergio Della Pergola) che queste cose le spiega da anni a quella sinistra europea, che, senza rendersene conto, ha posizioni molto simili all’estrema destra israeliana.
Davide Assael, ricercatore