Riad, il nemico del mio nemico

Si è fatto un bel parlare del riconoscimento di Gerusalemme capitale da parte degli Stati Uniti e del voto all’Onu che ne è seguito. Fatti importanti, per carità, però credo che il fattore che più influenzerà il Medio Oriente, e di conseguenza Israele, nel 2018, sarà un altro. Teniamo gli occhi aperti sull’Arabia Saudita: nel regno del Golfo, uno dei Paesi musulmani più conservatori, dove vige come religione di Stato una versione particolarmente rigida dell’Islam, il wahhabismo, c’è un giovane principe che aspetta di essere incoronato. Il principe ereditario si chiama Mohammad bin Salman, ha poco più di trent’anni, e secondo alcuni potrebbe diventare re già nel 2018. I giornali occidentali, che, lo sappiamo, spesso tendono ad essere un po’ troppo ottimisti davanti ai bei gesti, parlano di lui come un modernizzatore, perché ha concesso alle donne di guidate e revocato la proibizione, che vigeva da 35 anni, di andare al cinema. Ora è un po’ presto per essere ottimisti però secondo alcuni osservatori tra gli obiettivi di normalizzazione del futuro re ci sarebbe anche una normalizzazione con Israele. Dettata dal buon senso e dal pragmatismo, ma anche dal prendere atto che Riad e Gerusalemme hanno un nemico comune, l’Iran. Varrà il proverbio secondo cui i nemici dei nemici sono amici? Lo vedremo in questo 2018.

Anna Momigliano