A Jenin, l’operazione d’Israele per catturare i terroristi
Nella notte, durante un’operazione militare a Jenin, in Cisgiordania, le forze speciali israeliane hanno ucciso uno dei terroristi palestinesi considerato tra i responsabili dell’omicidio di Raziel Shevah, rabbino israeliano, padre di sei figli, assassinato nei pressi dell’insediamento di Havat Gilad. Il ministero della Sanità palestinese ha affermato che il terrorista ucciso durante l’operazione israeliana è Ahmed Nasser Jarrar, figlio di un funzionario del movimento terroristico di Hamas in Cisgiordania, ucciso in uno scambio a fuoco con l’esercito israeliano durante la seconda intifada nel 2002.
La radio militare ha precisato che nell’operazione una unità di élite israeliana ha localizzato i ricercati in un edificio a Jenin e ha fatto irruzione. La pattuglia è stata però circondata da centinaia di abitanti del rione che hanno scagliato contro i militari sassi e altri oggetti per cercare di impedire l’arresto e sono dovute intervenire altre unità dell’esercito posizionate attorno al campo rifugiati. I militari hanno poi demolito la casa dove si nascondevano i ricercati. Proteste e scontri sono continuati fino all’alba. Nell’operazione due soldati israeliani sono rimasti feriti, uno dei quali in modo grave ma è al momento stabile in ospedale. Durante il raid, le forze di sicurezza israeliane hanno demolito la casa di Jarrar e una casa adiacente che apparteneva allo zio.
Le operazioni a Jenin dovrebbero continuare ancora per alcune ore, mentre le forze continuano a cercare altri sospetti e qualsiasi altro materiale utilizzato dai terroristi. Centinaia di soldati sono stati schierati nella città e nella zona circostante. “Raggiungeremo chiunque tenti di danneggiare i nostri cittadini e lo Stato d’Israele e li condurremo alla giustizia”, ha dichiarato dall’India il Primo ministro Benjamin Netanyahu commentando la notizia dell’operazione.