Miur, Ucei e Csm in Poloniainsieme per una Memoria viva
“Non siamo immuni dal male e dobbiamo saperlo. Per questo dobbiamo imparare a riconoscerlo e debellarlo”. Così la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli nel suo discorso alla sinagoga Tempel di Cracovia in occasione del rinnovo del protocollo “Memoria e didattica della Shoah”, firmato con la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. La Fedeli ha ricordato ai cento studenti di licei e istituti da tutta Italia – protagonisti del Viaggio della Memoria ad Auschwitz organizzato dal Miur in collaborazione con l’UCEI – come la lezione della Memoria sia saper riconoscere l’odio e il razzismo e dare gli strumenti per combatterlo. “All’indomani della guerra neanche si aveva il coraggio di chiedersi il perché, neanche si aveva il coraggio di raccontare – ha ricordato ai presenti la presidente dell’Unione Di Segni, accompagnata dagli assessori UCEI Franca Formiggini Anav (Personale e affari legali) e Livia Ottolenghi (Scuola, formazione e giovani) – Forse non negare, ma ricominciare e dimenticare. Oggi a settantatré anni dalla fine della guerra, ad ottant’anni passati dall’emanazione delle Leggi antiebraiche non possiamo non rifletterci e non chiederci i perché. È follia di un uomo solo o di tante masse indifferenti? Ciascuno di voi forse troverà una parte di risposta attraverso questo viaggio”. Un viaggio che in queste ore ha portato i ragazzi a visitare Auschwitz, con la preziosa testimonianza di Andra Bucci, sopravvissuta all’orrore nazifascista insieme alla sorella Tatiana. “Auschwitz è una lezione terribile che richiama le nostre responsabilità” ha spiegato ieri la Fedeli, ricordando come il Miur, con il protocollo siglato con l’UCEI, da tempo sia impegnato nel diffondere il valore della Memoria. “Desidero ringraziare sentitamente il ministro Fedeli per il convinto condividere e continuo sostegno a queste iniziative di elaborazione e trasmissione di una Memoria ‘viva’, non superficiale, non banalizzante”, le parole della presidente UCEI, che ha poi ricordato l’importante strada tracciata anche dal Csm, presente per il secondo anno al Viaggio della Memoria. Di Segni ha ringraziato il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini – che in sinagoga ha siglato con la Fedeli un’intesa legata alla collaborazione tra mondo della giustizia e della scuola – per il lavoro che ha portato “per la prima volta nella storia, la partecipazione di studenti alle giornate e cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario presso le corti d’appello e l’aver voluto dedicare uno spazio alla Memoria”. – nostra collettiva come singoli e come Paese”. Di Segni così come la ministra Fedeli e il vicepresidente Legnini hanno ricordato l’infamia delle leggi razziste del 1938, richiamando gli studenti alla necessità di riflettere sui concetti di giustizia, legalità e sulla necessità di non rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza altrui. “Dobbiamo opporci all’odio in prima persona”, ha sottolineato il rav Ariel Di Porto, rabbino capo di Torino e parte della delegazione. “Primo Levi non scrisse Se questo è un ebreo ma Se questo è un uomo”, ha ricordato Di Porto, richiamando il monito di Levi a tutta l’umanità. Un messaggio fatto proprio anche da Liliana Segre, Testimone della Shoah nominata venerdì scorso senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La vita è molto strana, sono così vecchia che purtroppo mi ricordo delle leggi razziali di 80 anni fa. Allora la mia colpa era quella di essere nata. Oggi mi viene riconosciuto come merito”, aveva detto a Pagine Ebraiche la Segre. “Questa nomina è una scelta importante del Presidente Mattarella, a cui tutti noi teniamo tantissimo – ha detto la ministra Fedeli – Liliana Segre è una Testimone che ha fatto una scelta di vita, quella di educare le nuove generazioni alla Memoria”. La decisione di Mattarella è un riconoscimento del valore di questo impegno, ha spiegato la ministra dell’Istruzione, “che rende in parte giustizia” al tradimento dell’Italia nei confronti dei suoi concittadini ebrei.
d.r.