Il Giorno della Memoria, le leggi razziali e i Lincei
Il 2018 segna l’80ma ricorrenza dell’emanazione da parte della dittatura fascista nel Regno d’Italia dei decreti legge “per la tutela della razza”. È una ricorrenza drammatica che l’Accademia Nazionale dei Lincei non considera come un evento segnato solo dal tempo che passa ma come un momento di partecipata riflessione e sofferta condivisione al Giorno della Memoria che ricorda e richiama l’0locausto degli ebrei disvelato in modo tragicamente indimenticabile alla storia umana quel 27 gennaio del 1945 con la liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz. Tutto ciò non può essere dimenticato anche per scongiurare il pericolo che simili orrori possano ripresentarsi.
La partecipazione dei Lincei si colloca nella storia della nostra Accademia che ebbe a soffrire anch’essa della persecuzione degli ebrei tra i quali scienziati insigni erano soci del nostro Sodalizio. Al proposito dobbiamo richiamare qui il Convegno del maggio 1989 sul tema “Conseguenze culturali delle leggi razziali in Italia” che fu promosso dai Lincei in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti poco dopo il cinquantesimo anniversario delle leggi razziali. Gli Atti di questo Convegno pubblicati nel 1990 portano i contributi di Edoardo Amaldi, di Tullia Zevi, di Eugenio Garin, di Giuseppe Montalenti, di Giorgio Bassani, di Francesco Gabrieli, di Maria Zevi, di Sergio Steve, di Carlo Lizzani, di Edoardo Vesentini. Ciascuna di queste insigni personalità esaminò un aspetto delle «conseguenze culturali» per contribuire a lumeggiare il tragico danno umano e civile, scientifico e culturale portato all’Italia e alla sua storia dalle leggi razziali. Tutti questi scritti meriterebbero di essere riprodotti qui ma per ragioni di spazio presentiamo solo gli «indirizzi di saluto»> di Edoardo Amaldi (a quel tempo Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei) e di Tullia Zevi (a quel tempo Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).
I Lincei stanno ora valutando varie iniziative su come segnare la loro partecipazione civile, culturale e scientifica all’ottantesimo anniversario in continuità a quella del cinquantesimo anniversario delle leggi razziali ed anche per ricordare insigni personalità ebraiche italiane che della nostra accademia furono soci e tra le quali spiccano tre Presidenti: Vito Volterra (1923-1926), Guido Castelnuovo (1946-1952), Beniamino Segre (1968-1978). Vito Volterra fu un esempio limpido di etica umana, civile e democratica. Senatore a vita nel 1905, fu uno dei firmatari nel 1926 del Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Benedetto Croce ed uno dei dodici professori universitari italiani che rifiutò nel 1931 di giurare fedeltà al fascismo così decadendo dalla cattedra e poi dall’Accademia dei Lincei. Guido Castelnuovo che con grande generosità di scienziato e italiano profuse tutte le sue energie per rifondare nella Repubblica i Lincei soppressi dal fascismo collaborando con il suo vicepresidente Luigi Einaudi che da Presidente della Repubblica lo nominò senatore a vita nel 1949. Beniamino Segre, dolorosamente esule in Inghilterra dapprima, da presidente dei Lincei, proseguendo l’opera di suoi predecessori, fondò il centro linceo interdisciplinare. Volterra, Castelnuovo e Segre erano ebrei pienamente italiani che, come molti altri ebrei, hanno contribuito alla scienza e alla nostra democrazia civile.
Alberto Quadrio Curzio, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei