Informazione – International Edition
Polonia, attacco contro la Memoria

Screen Shot 2018-01-29 at 13.57.47Proibito in Polonia il riferimento ai campi di concentramento come “campi polacchi”. Proprio nel periodo in cui in tanti, in Europa e nel mondo, si dedicano a instillare consapevolezza e responsabilità di fronte agli orrori della storia, Varsavia promulga una legge per riscrivere il proprio passato e autoassolversi da ogni colpa. A parlarne, sull’odierna edizione internazionale di Pagine Ebraiche, è l’economista errante Susanna Calimani. “Forse, come esistono persone apolidi, senza alcun passaporto, ci saranno anche peculiari casi di campi di concentramento e di morte apolidi. O forse, Oświęcim, Bełżec, Chełmno, Gross-Rosen (o Rogoźnica), Majdanek, Kraków-Płaszów, Sobibór, Stutthof, Treblinka, potranno essere spostati dalla Polonia in qualche altro paese, e qualcun altro potrà essere prendersi la colpa per quello che fu compiuto in terra polacca e con l’aiuto dei polacchi” scrive Calimani. “È facile scaricare sui tedeschi la responsabilità di occupazione e deportazioni, più facile che fare i conti con il passato e con le responsabilità, specialmente quando non si ha la coscienza pulita”.
L’Italia invece non vuole sottrarsi al guardare in faccia il proprio passato. Lo ha promesso il presidente Sergio Mattarella, nel suo discorso al Quirinale durante la cerimonia ufficiale per onorare il Giorno della Memoria. Come raccontato ai lettori internazionali, a intervenire davanti a un pubblico di autorità e giovanissimi (tra cui i vincitori del premio “I giovani ricordano la Shoah”) sono stati, tra gli altri, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, la storica Anna Foa, i Testimoni della Shoah Piero Terracina e Liliana Segre, negli scorsi giorni nominata senatrice a vita da Mattarella. Tra le iniziative per la Memoria anche la seconda edizione della corsa Run for Mem a Bologna, che ha portato mille partecipanti tra le strade e i luoghi che assistettero alle pagine cruciali della storia del regime e della guerra in città; testimonial d’eccezione sono stati l’ex atleta Shaul Ladany, sopravvissuto alla Shoah e all’attentato palestinese ai Giochi di Monaco ’72, l’ex maratoneta Franca Fiacconi, e il cantante Gianni Morandi. E per continuare nel segno della centralità dell’educazione alla tolleranza e al rispetto del diverso, negli scorsi giorni è stato siglato a Palazzo Chigi dalla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega alle pari opportunità Maria Elena Boschi e dalla Presidente UCEI Di Segni un protocollo d’intesa attraverso il quale le parti impegnano a realizzare un programma congiunto di attività, di durata annuale, rinnovabile per altri due anni, “con lo scopo di promuovere l’effettività del principio di parità di trattamento fra le persone anche di religione diversa e di contribuire a rimuovere le discriminazioni fondate sull’origine etnica e religiosa”. La traduzione del testo in lingua spagnola è firmata da Anna Pagetti, una delle studentesse che svolge il tirocinio presso la redazione UCEI tramite la Scuola Traduzione e Interpreti di Trieste. La sua collega Clara Ehret è poi autrice anche della traduzione di un pensiero di Anna Foa in tedesco ripreso nella sezione Bechol Lashon: ben prima che si parlasse della minaccia delle fake news, un suo esempio per eccellenza, i Protocolli dei Savi di Sion, hanno portato distruzione e persecuzione.
È una storia di Memoria e di coraggio quella scelta infine per la rubrica Italics: in un articolo del Times of Israel si narrano le vicende del novantottenne Enzo Cavaglion, che durante la guerra rischiò la vita per salvare 700 correligionari ebrei dalla deportazione.

Rossella Tercatin

(29 gennaio 2018)