“Colpita tutta la Francia”
“Un attacco all’intera Repubblica”. Così, sul proprio profilo Twitter, il presidente francese Emmanuel Macron ha definito l’attacco antisemita subita da un bambino ebreo parigino nelle scorse ore. Secondo la testimonianza della vittima, riporta tra gli altri Repubblica, “due ragazzi nascosti dietro a una pattumiera hanno sbarrato la strada, fatto lo sgambetto e poi lo hanno riempito di calci mentre era a terra”. I giovani non avrebbero proferito nessun insulto antisemita nei confronti della vittima, che indossava una kippah, “ma le autorità giudiziarie non hanno dubbi sulla matrice del gesto”.
Nel frattempo il governo francese ha annunciato il rafforzamento dell’operazione Sentinelle che prevede l’invio di militari per pattugliare le strade.
Repubblica traduce e pubblica una lettera-appello firmata da centinaia di ebrei polacchi, tra cui alcuni Testimoni della Shoah, a proposito del testo approvato dalla Camera in cui si vieta di associare il paese ai crimini perpetrati dai nazisti.”Senza dubbio – si legge – l’espressione ‘campi polacchi di sterminio’ è un vistoso errore. I campi di sterminio furono predisposti dai nazisti sul territorio dell’allora Polonia occupata al solo scopo di sterminarvi il popolo ebraico nel contesto della ‘soluzione finale'” si legge nel messaggio. L’adozione degli emendamenti alla legge nella loro forma attuale, si dice poi, potrebbe però condurre a penalizzare “chi racconta la verità al riguardo dei ricattatori polacchi e di quei cittadini polacchi che assassinarono i loro vicini di casa ebrei”.
Rimossa a Venezia una pietra d’inciampo recentemente dedicata a Gustavo Corinaldi, 63 anni, che dalla Laguna iniziò il suo viaggio senza ritorno verso Auschwitz. Un’operazione premeditata secondo Marco Borghi, direttore dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza, che al Corriere del Veneto dice: “Attenzione a minimizzare, banalizzare, relativizzare perché si diventa complici due volte”.
Insulti antisemiti nei confronti della giornalista Fiamma Nirenstein sul profilo Facebook di Stefano Apuzzo, candidato alle regionali in Lombardia nella lista civica di Giorgio Gori. “Apuzzo non ne è l’autore – scrive il Giornale – ma il post compare fra le sue foto perché un amico lo ha taggato, cioè ha inteso condividerlo con altri, fra cui lui, che non ha ritenuto di prenderne le distanze o cancellarlo in tanti mesi”.
In una lettera inviata a La Stampa Angelo Pezzana, nel centenario dalla nascita di Bruno Zevi, ricorda il suo ruolo nel Partito Radicale e il suo legame con Marco Pannella: “Fu sotto la presidenza di Bruno che Pannella scelse Gerusalemme quale luogo per il Congresso del Pr, ci sia concesso di sottolineare – perché c’eravamo – ‘il partito radicale di Pannella’. Sotto la sua guida fu il partito più vicino a Israele, una storia che ha avuto termine con le morte del leader radicale”.
Oggi nelle sale il film ‘Sono tornato’, di cui molto si parla ormai da varie settimane. “Il ritorno del Duce non diverte e non insegna” lo stronca Repubblica. “Popolizio, il suo Duce convince e affascina” scrive invece il Giornale.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(1 febbraio 2018)