Torino, il fuoco della libertà
a 170 anni dall’Emancipazione

39459945265_24ba591214_kUn anniversario che ne racchiude molti, un falò che riunisce in sé molti simboli, e viene a fare luce e portare calore in un momento in cui anche il gesto di raccogliersi intorno a un fuoco ha una portata grande. Il secondo appuntamento con il “Falò delle libertà. Un impegno per i diritti”, organizzato insieme dalla Chiesa evangelica valdese e dalla Comunità ebraica di Torino in occasione dei 170 anni dalle lettere patenti con cui Carlo Alberto concesse i diritti civili prima ai valdesi e poi agli ebrei è la conferma di un impegno preso già lo scorso anno insieme alla Città di Torino, che ha per la seconda volta ospitato nella centrale Piazza Castello un appuntamento importante.
Centosettanta anni dallo Statuto Albertino, ricorrenza festeggiata ogni anno nelle valli valdesi, che si accendono di fuochi, e dallo scorso anno condivisa con la comunità ebraica, ma anche – come ricordato in tutti i discorsi delle tante autorità che hanno voluto essere presenti – ottanta anni dalle Leggi razziali promulgate dal regime fascista, e settanta anni dalla Costituzione.
Come ricordato in piazza Castello il 2018 è un anno ricco di memoria: ricordare è essenziale in un periodo in cui le coscienze paiono in letargo. La legislazione è passata dai culti ‘negati’, a quelli ‘tollerati’, a quelli ‘ammessi’ e poi alle promesse della costituzione, ma da venti anni le proposte di legge sulla libertà religiosa attendono di essere approvate in Parlamento, dimostrando una fragilità del Paese di cui pochi sono davvero consapevoli. Gli interventi delle autorità – intervallati dalle voci del Coro Semincanto e del gruppo musicale Svoboda – hanno ribadito più e più volte l’importanza di questo anno di ricorrenze che arriva in un momento in cui è più che mai necessaria una riflessione sull’oggi, “in un paese che non riesce a farsi laico”. Le parole di Maria Bonafede e di Paolo Ribet, pastori valdesi, seguiti da quelle di Patrizia Mathieu, sempre per la comunità valdese e di Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica, hanno ribadito quanto sia forte e importante la condivisione di esperienze, storie, e anche di intenti e di impegno fra due comunità che non sono vicine solo geograficamente.
La sindaca Chiara Appendino ha ribadito il proprio impegno e quello della città a difendere i diritti di tutti, prima che prendessero la parola l’assessore Marco Giusta e Nino Boeti, per la Regione, che ha portato un messaggio del governatore Sergio Chiamparino. Presenti anche Valentino Castellani, per il Comitato interfedi di Torino, e Francesco Mosetto e Filippo Tedeschi, in rappresentanza dei giovani delle due comunità. E nonostante la pioggia caduta copiosamente e le preoccupazioni dei presenti che avevano assistito a una prima accensione, lo scorso anno, un po’ difficoltosa, nonostante i tempi cupi e il freddo vento fascista che pare tornare ad attraversare l’Europa, il fuoco delle libertà, a Torino, è riuscito a risplendere con forza, e a portare la luce e il calore dei diritti, e della libertà.

a.t. twitter @ada3ves

(19 febbraio 2017)