Israele ed Egitto più vicini grazie all’intesa sul gas
La società israeliana Delek-Kiduhim ha firmato un accordo con la egiziana Dolfmos per esportare gas dai giacimenti di Leviathan e Tamar per un valore di 15 miliardi di dollari. Per il Primo ministro Benjamin Netanyahu, l’accordo rappresenta un fatto “storico” che porterà benessere a Israele. “A parte tutti i dettagli tecnici dell’accordo (che sono particolarmente interessanti), – scrive Repubblica -l’intesa ha un chiaro risvolto politico. Innanzitutto rafforza il rapporto fra Egitto e Israele, due ex nemici che mantengono un rapporto di alleanza ‘fredda’ imposta dalla necessità dei due governi di sostenersi a vicenda. L’accordo avvicina ancora di più i due sistemi di sicurezza, ma offre anche enormi benefici economici ai due paesi”. L’intesa è invece andata di traverso al presidente turco Erdogan, spiega il Sole 24 Ore: “Le ricadute più pesanti riguardano la Turchia, che aveva sperato a lungo di attirare il gas israeliano, per rafforzarsi ulteriormente come hub energetico. Gli ultimi sviluppi privilegiano l’Egitto per questo ruolo. Grazie agli accordi con Israele il Cairo potrebbe anche esportare una parte della produzione di Zohr, magari con destinazione Italia una possibilità che l’Eni non ha mai escluso”.
Polonia e Israele, rapporto da ricucire. Il primo ministro polacco Maraviecki “doveva spegnere l’incendio nelle relazioni polacco-israeliane e invece ha versato benzina al posto di acqua”. A scriverlo, riporta Avvenire, il quotidiano polacco Gazeta Wybonza che ha duramente criticato il suo capo di governo e la sua ultima uscita in cui, pur di non riconoscere in modo chiaro quali furono le responsabilità polacche nella Shoah, è arrivato a parlare di presunte colpe ebraiche nella Seconda guerra mondiale. Distorsioni semplicemente inaccettabili, ha replicato Netanyahu, che ha poi parlato telefonicamente con Maraviecki. “Il colloquio – scrive Avvenire – sarebbe avvenuto con toni concilianti, ribadendo le intenzioni di dialogo e fiducia”. La legge polacca sulle responsabilità nella Shoah intanto è stata condannata dalla Knesset mentre il quotidiano La Verità intervista Janusz Andrzej Kotanski, ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede. L’intervista è posta in modo da permettere all’ambasciatore di difendere su tutta la linea la Polonia e la sua legge contestata da tutta Europa.
Giacoma Limentani (1927-2018). “Scrittrice, traduttrice raffinata, studiosa di Torah e Midrash, appassionata animatrice di corsi di cultura ebraica, Giacometta, come veniva chiamata dai suoi allievi e allieve, era una figura affascinante e carismatica”. Così la storica Anna Foa ricorda sull’Osservatore Romano Giacoma Limentani, scomparsa a 90 anni lo scorso 18 febbraio. “Instancabile e appassionata testimone di un’epoca, Giacometta Limentani è stata per molti di noi un formidabile esempio di vita”, le parole di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (La Stampa).
Hamas imbavaglia le donne. “Discutere la condizione delle donne palestinesi, analizzare quali difficoltà di vita quotidiana ci sono per le ragazze nella Striscia di Gaza. Di questo voleva occuparsi TaifTv, il primo canale tutto al femminile in un territorio dove il rapporto con gli uomini non sempre è facile”, racconta il Fatto Quotidiano, spiegando che il movimento terroristico di Hamas, che controlla la Striscia, ha però deciso di bloccare il canale, nascondendosi dietro problemi burocratici. Sempre il Fatto parla invece della squadra investigativa Lahav 433, definita “l’Fbi israeliana”, che si sta occupando delle indagini legate al Primo ministro Benjamin Netanyahu.
L’Islanda contro la circoncisione. Il Parlamento islandese ha in calendario l’approvazione di una legge che propone sei anni di prigione per coloro che vengono ritenuti responsabili di rimozione di organi, o parti di organi sessuali. Ad essere condannata, sarebbe quindi anche la circoncisione rituale ebraica e islamica. “L’iniziativa politica è stata immediatamente al centro di una battaglia trasversale e interreligiosa – scrive il Messaggero – che ha unito cristiani, ebrei e musulmani e che, piano piano, si è estesa al resto dell’Europa, visto che se la legge passasse costituirebbe un precedente anche per gli altri Paesi dell’Unione”.
La Resistenza secondo Pansa. Aldo Cazzullo sul Corriere intervista Giampaolo Pansa, secondo cui “la storia della Resistenza come la conosciamo è falsa, e va riscritta”. Per Pansa poi gli attuali allarmi rispetto ai rigurgiti fascisti “sono fesserie. Oggi il vero dramma è che abbiamo una classe politica incompetente e pericolosa. Per questo stavolta non andrò a votare”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked