STORIA Le firme della vergogna

cuomoFranco Cuomo / I DIECI / Bonanno editore

Chi erano i dieci professori che nel 1938 sottoscrissero il Manifesto degli scienziati razzisti? Per quali ragioni dopo la guerra mantennero le loro cattedre e continuarono le loro carriere, nonostante la terribile colpa di avere posto le basi per la discriminazione e la persecuzione degli ebrei italiani? In cosa consisteva il razzismo fascista, ed è vero che fu portato avanti in autonomia rispetto a quello nazista?
Ruota intorno a questi interrogativi il saggio “I dieci” di Franco Cuomo, intellettuale, giornalista, saggista e scrittore napoletano, che l’editore Bonanno ha ripubblicato di recente per commemorare i dieci anni dalla sua scomparsa, e gli ottant’anni dalla promulgazione delle leggi.
Scrive Cuomo in un brillante passaggio: “Nessuno dimentichi i dieci scienziati del ’38. Nessuno li perdoni. Si chiamavano Lino Businco, Lidio Cipriani, Arturo Donaggio, Leone Franzi, Guido Landra, Nicola Pende, Marcello Ricci, Franco Savorgnan, Sabato Visco ed Edoardo Zavattari. Legittimarono la deportazione in Germania di ottomila persone, tra cui settecento bambini. Volevano dimostrare che esistono esseri inferiori. E ci riuscirono, in prima persona. Perché lo furono.”
Come è noto, oltre a essere sottoscritto dai dieci scienziati (notoriamente, tranne un paio di eccezioni, tutti esponenti non particolarmente autorevoli del mondo della scienza), il manifesto fu appoggiato da oltre trecento personalità di spicco, del mondo della politica, della cultura, delle forze armate. Tra queste, risaltano i nomi di Padre Agostino Gemelli, di Amintore Fanfani, e del maresciallo Badoglio, che, dopo l’arresto di Mussolini il 25 luglio 1943, non si impegnò per l’immediata abrogazione delle leggi, per non entrare in diretto contrasto con i tedeschi, che di lì a poco avrebbero poi occupato il Paese. Con i drammatici esiti che conosciamo.
Franco Cuomo, che era nato proprio nel 1938, e che è stato anche uomo di teatro e drammaturgo, autore Rai e prolifico divulgatore culturale, ha ricostruito l’intera vicenda con puntualità e rigore, ricostruendo anche i legami di alcuni degli scienziati con la Germania nazista, e indagando sul perché, sostanzialmente, “i dieci” non pagarono per le loro colpe. Uno strumento in più per approfondire il tema, in un anno denso di momenti di conoscenza e di commemorazione.

Marco Di Porto