Gerusalemme, in bici coi campioni
“Percorso tosto, per specialisti”
Il giudizio è unanime: una gran bella partenza, e non solo per gli evidenti stimoli paesaggistici di un contesto urbano unico nel suo genere. Il via del prossimo Giro d’Italia, con il cronoprologo di Gerusalemme del 4 maggio, ha passato l’esame di cinque osservatori doc: Alessandro Ballan, Maurizio Fondriest, Paolo Savoldelli, Gilberto Simoni e Andrea Tafi. E cioè le vecchie glorie del ciclismo italiano che, su invito del ministero del Turismo, hanno iniziato a percorrere le strade delle prime tre tappe della corsa rosa. Una simulazione della prova d’esordio, che lambisce in molti tratti le mura della Città Vecchia (il via nei pressi della Porta di Giaffa). E poi, nei prossimi giorni, un assaggio di quello che il Giro offrirà tra Haifa e Tel Aviv (seconda tappa) e Beersheva ed Eilat (terza tappa).
Percorso movimentato, con tanti saliscendi. Strappi su cui si può subito fare la differenza, conquistando secondi preziosi per la classifica generale. Nove chilometri e settecento metri in tutto che richiederanno molti cambi di ritmo.
Entusiasta Savoldelli, vincitore di due Giri d’Italia: “Questo esordio mi piace un sacco. Anche perché il fondo stradale è perfetto”. Concorda Fondriest, campione del mondo nel 1988: “È una prova per specialisti, in cui i più forti potranno imporsi con margine”. Per Tafi, trionfatore nel ’99 alla Parigi-Roubaix e nel 2002 al Giro delle Fiandre, la differenza la farà il finale (sempre in salita). Arrivare forti sull’ultimo tratto di discesa sarà “fondamentale”. Sorride Simoni, che in salita ha costruito due vittorie al Giro e altri cinque podi: “Ragazzi, le salite vere sono un’altra cosa. Comunque è un avvio molto competitivo, poco ma sicuro”. Annuisce Ballan, campione nel mondo del 2006: “Competitivo e suggestivo. Poche altre città nel mondo regalano emozioni come questa”. Per tutti il favorito è Tom Domoulin, cronoman fortissimo.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(25 febbraio 2018)