Periscopio – Analisi del sangue

lucreziÈ una buona abitudine, quando, come me, non si è più giovanissimi, farsi regolarmente le analisi del sangue. Io lo faccio con una certa regolarità, agevolato dalla doppia circostanza favorevole di disporre di un laboratorio di analisi (i cui servizi sono caratterizzati da grande professionalità, cortesia e celerità) proprio sotto casa, e poi di avere un fratello medico, molto bravo e preciso, a cui posso subito comunicare i risultati, per telefono, dopo averli conosciuti, così da potere immediatamente conoscere, in tempo reale, lo stato della mia situazione. Col tempo, questo servizio di consulenza telefonica si è molto accelerato, consistendo unicamente, da una parte, nella mera comunicazione di alcune sigle e dei numeri corrispondenti (Col. totale., Col. HDL, Col. LDL, Trigl. ecc.) e, dall’altra, nella loro interpretazione e in qualche rapido consiglio (bene, non c’è male, meglio della volta scorsa, evita i grassi ecc.).
Oltre che molto bravo, mio fratello ha anche un carattere molto positivo e ottimista, e vede sempre la bottiglia mezzo piena. Dice sempre la verità, ovviamente, ma lo fa sempre con parole incoraggianti e benauguranti; potrebbe benissimo dirmi, per esempio, “non ti preoccupare, hai davanti a te almeno due lunghe e bellissime settimane di vita!”. È merito dell’efficienza e della cortesia del mio laboratorio e della bravura e dell’ottimismo di mio fratello (oltre che, ovviamente, del fatto di godere ancora – tocchiamo ferro – di discreta salute), perciò, se questo delle analisi è per me diventato – contrariamente, immagino, a quanto debba essere, in genere, per le altre persone – un rito piuttosto piacevole, una periodica incombenza attraverso cui – lo faccio ogni tre-quattro mesi – misuro, serenamente, il tempo che passa. Perfino – giuro – vedere l’ago che mi entra nella vena è diventato per me qualcosa di rasserenante. So bene che non sarà sempre così, e che verrà un giorno in cui le cose cambieranno; ma, come si dice, “carpe diem”. Per ora, le analisi non mi fanno paura.
Mi fanno paura, invece, e molto, le analisi del sangue che andrà a fare, domenica prossima, l’Italia. I giornalisti, appena chiuse le urne, leggeranno al pubblico, in base agli exit-poll, pensando di comunicare importantissime notizie, le percentuali ottenute da alcune sigle: PD, FI, LeU, 5S, FdI ecc. Ma non saranno quelle percentuali a indicare lo stato di salute del Paese, che sarà piuttosto rivelato, secondo me, da altri indicatori, altri valori, che la televisione non ci dirà, e che sarà necessario ricavare da molteplici elementi, non solo dalle cifre, nude e crude, degli esiti elettorali.
I valori davvero importanti, che cercherò di decifrare, sono quelli che potrebbero essere richiamati, per esempio, dalle seguenti sigle: Od. (odio); Volg. (volgarità); VF (violenza fisica); VV (violenza verbale); Int. (intolleranza); IEO (Ignoranza Esibita con Orgoglio); DA (disprezzo dell’avversario); CPIMTDS (Consapevolezza della Propria Infinita Miseria Travestita da Disprezzo per gli Stranieri); FF (fascismo fascista); FA (fascismo antifascista); Eg. (egoismo); Ind. (indifferenza); ASdx (antisemitismo di destra); ASsx (antisemitismo di sinistra); ASm (antisemitismo multicolor). Non so perché, ma qualcosa mi dice che questi valori usciranno tutti alti, se non altissimi. Roba da fare preoccupare persino mio fratello.
Inoltre, come sa chiunque faccia le analisi (quindi, in genere, tutti gli “over-50”), oltre ad alcuni indicatori “cattivi”, che devono risultare bassi (Col. totale, Col. LDL, glicemia ecc.), ci sono anche quelli “buoni”, ossia quelli che, più escono alti, meglio è (il Col. HDL, per esempio). Per l’Italia, dovrebbe essere alto il valore CR-VR (Capacità di Reazione e Voglia di Riscatto). Come risulterà?
Non voglio fare il solito pessimista cronico, lo chiederò al mio nipotino di 15 mesi, che, anche quando rompe (non in senso metaforico: scassa sempre tutto), mi dà sempre fiducia.

Francesco Lucrezi, storico