JCiak – Gli uomini oltre il muro

The-Men-Behind-the-Wall-Ines-MoldavskyLe schermate di Tinder scorrono rapide. Una donna cerca uomini. Un uomo cerca donne. Sarebbe semplice se lei non fosse in Israele e loro nei territori. Prende il via da qui The Men Behind the Wall di Ines Moldavsky che si è appena aggiudicato l’Orso d’oro come migliore corto alla Berlinale entrando così nella rosa candidabile all’Oscar. Attraverso il filtro di Tinder – una delle app di appuntamenti più diffuse – Moldavsky, argentina che da vent’anni vive e lavora a Tel Aviv, esplora la dimensione più privata del conflitto israelo-palestinese con uno sguardo irriverente senza esitare a mettersi in gioco in prima persona.
La filmaker scavalca i confini del suo ruolo per entrare nel film da protagonista. Nelle conversazioni con gli uomini incontrati su Tinder emergono così stralci di vita insospettati. Qualcuno si confida, altri le leggono poesie o parlano dei loro bisogni, della loro visione del sesso e chiedono di lei.
La ricerca di Ines Moldavsky non si esaurisce nelle parole, talvolta così timide da fare tenerezza. Alle conversazioni seguono gli incontri, nei luoghi a lei così poco familiari dei territori palestinesi. Una delle scene più potenti ce la mostra, in un abito rosso con le spalline, a un incrocio nella città di Ramallah. Tra gli sguardi perplessi dei passanti allarga le braccia reggendo un microfono, fragile e potente come Ieshia Evans, la ragazza che due anni fermò la polizia a Baton Rouge (Louisiana), in un’immagine divenuta virale.

Daniela Gross