Pagine Ebraiche Marzo 2018
L’Europa e l’altra Europa,
in scena per la Memoria

201815661_5_IMG_FIX_700x700Non è facile parlare di Memoria, di passato, e di presente, di vita nostra, di testimoni, di colpa. Di responsabilità, di ricerca della verità e di sete di giustizia in un film originale e vivo. Profondamente contemporaneo. Il regista slovacco Martin Sulik con “Dolmetscher” (L’interprete) è riuscito con una incredibile prova di professionalità a mettere a segno tutto questo, volando alto rispetto alla ridondante sovraproduzione che punta a questo tema e invade le sale soprattutto nei giorni attorno al 27 gennaio. Qui le cose sono ben diverse e gli itinerari della memoria parlano di allora e di oggi, parlando di Europa e di altra Europa in una vicenda appassionante, straziante ed esilarante che si svolge fra Vienna e Bratislava le due città che si guardano e appartengono sulle sponde avverse de Danubio a due mondi inseparabili e antipodici al tempo stesso. La sceneggiatura di Marek Lescak è magistrale e non può essere svelata in queste righe se non altro per non ridurre l’effetto dei colpi di scena che costellano il film dall’inizio alla fine. Limitiamoci a dire che un interprete slovacco ormai in età avanzata raggiunge Vienna nella speranza di liquidare con un colpo di pistola il criminale di guerra, un austriaco arruolato nelle SS, che fra un massacro e l’altro ha ucciso anche i suoi genitori. Trova invece suo figlio, troppo giovane per avere alcuna colpa, e con lui comincia un viaggio a ritroso attraverso il Centro Europa per prendere contatto con i luoghi che furono teatro di indicibili massacri e di innumerevoli sofferenze. Il film si avvale di avere interpreti come il viennese Peter Simonischek e il praghese Jiri Menzel. La battaglia spietata fra i due personaggi si riflette nel confronto fra due mostri di bravura. La loro capacità professionale, la loro forza trascinante paralizza lo spettatore come se ogni scena per quanto grande e forte non potesse essere abbastanza grande da contenere contemporaneamente la loro eccezionale prova. Attraverso la loro commovente umanità sono di nuovo le due sponde del Danubio a parlare d’Europa. E del nostro dovere, della nostra urgenza, di salvare le sue democrazie da chi continua a negarle.

Pagine Ebraiche Marzo 2018