Il carnevale della politica

bassanoPurtroppo anche quest’anno Purim è finito, la sfilata carnevalesca che ha accompagnato questa negra campagna elettorale invece ci accompagnerà ancora per qualche giorno. Ho usato il termine “carnevale” con l’augurio che, come lo interpretava il filologo Michail Bachtin, questa sia una “vita (un periodo) tolto dal suo normale binario” e che da lunedì si torni in qualche modo a una sorta di “normalità”, che forse in Italia non c’è mai realmente stata. In questi giorni la penisola è stata travolta da un clima siberiano inusuale per il periodo, se tutto va bene, a breve dovrebbe arrivare la primavera. Una stagione che è sempre stata associata al risveglio, le cerimonie carnevalesche che si festeggiano nel Mediterraneo evocano sovente la lotta tra la ragione umana e l’istinto animalesco che insieme all’inverno tornerebbe nelle tenebre. Pesach, che sarà festeggiata tra meno di un mese, ricorda la liberazione dalla schiavitù, la memoria di essa e l’esodo verso una nuova terra promessa. Con tutto ciò spero, probabilmente troppo ottimisticamente, che questo “risveglio” inglobi anche la situazione politica e sociale in cui versa l’Italia da decenni. Domenica vinca il migliore sì, ma sia chiaro che chiunque pensa di risanare il paese senza prima comprendere che fascismo, xenofobia e antisemitismo – anche quando questo è mascherato sotto il nome di antisionismo – non siano altro che aberrazioni, continuerà a portare il paese indietro, verso il baratro…

Francesco Moises Bassano