Elezioni, il parere degli opinionisti
“Populismo, servirà vigilanza stretta”

Di fronte all’avanzata di forze populiste bisognerà restare vigili, senza mai distogliere l’attenzione da fatti e parole.
È una lettura comune agli opinionisti di Pagine Ebraiche e del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it che abbiamo sentito per un pensiero sugli esiti del voto e sugli scenari post-elettorali.
“È sbagliato parlare di questo voto come di un fatto rivoluzionario. Si tratta piuttosto di un adeguamento a tendenze già in atto da tempo in Europa” afferma David Bidussa, storico sociale delle idee. “La divisione essenziale che io vedo è tra riformatori e conservatori. I riformatori sono coloro che hanno un’idea di responsabilità che va oltre la propria specifica natura, mentre i conservatori agiscono in una direzione opposta. Oggi – spiega lo studioso – questi ultimi sono la maggioranza”. Per Bidussa la tendenza antieuropeista attuale non è così dissimile, nel metodo, al timido europeismo di un tempo. ”Sempre di assenza di responsabilità parliamo, nell’attesa di un salvatore della patria che in un caso o nell’altro venga a risolvere i nostri problemi”. Urgente, per Bidussa, che la sinistra ripensi il proprio modello ma che lo stesso faccia anche chi si richiama, su fronti diversi, ai valori del liberalismo. “Lo spazio liberal-democratico, di fronte al populismo crescente, è in grave crisi. Serve un cambio di rotta, ma il tempo per agire è poco”.
Urgente, per lo storico Claudio Vercelli, una riformulazione del campo antifascista. “Non può essere – afferma – quello che grida all’arrivo delle camicie nere, ma deve anzi reimpostarsi prestando bene attenzione ai nuovi e diversi episodi di odio. C’è infatti un nesso molto forte tra il lascito del fascismo e le aggressività e i disagi che si esprimono oggi attraverso atteggiamenti razzistici”. Nel Movimento Cinque Stelle lo studioso vede principalmente un rischio: l’assenza di una cultura politica alle spalle che possa orientare in modo adeguato le decisioni strategiche. “Dall’Europa a questioni di bilancio, per arrivare all’eterogeneità crescente della società italiana. Temi complessi – afferma – su cui gravi errori possono essere dietro l’angolo”. E il pericolo di un antisemitismo più marcato nella società, in ragione della consistente affermazione populista? “Non strappiamoci i capelli sin da adesso – osserva Vercelli – ma la situazione va chiaramente seguita con attenzione. Sia nel campo dei Cinque Stelle, che non hanno ammortizzatori sufficienti, che in quello della Lega, che ha candidato diversi esponenti con idee radicali”.
“Nonostante il grande impatto mediatico – dice Gadi Luzzatto Voghera, direttore del Cdec di Milano – è risultato che gruppi dichiaratamente neofascisti non hanno presa di nessun tipo in Italia. Un segnale confortante, almeno questo. Certo è che alcune istanze ‘suprematiste’ saranno comunque rappresentate in Parlamento da chi oggi può rivendicare un successo…”. Luzzatto Voghera concorda con la lettura di molti sul fatto che, con il voto di ieri, si sia chiusa definitivamente l’epoca della Seconda Repubblica. “Resta da capire – sospira – cosa ci sarà nella Terza…”.
Cita Giambattista Vico (“Paiono traversie ma sono opportunità”) la storica Anna Foa, che di elezioni parla oggi nel suo aleftav settimanale. “Diventeranno opportunità – sostiene la studiosa – se sapremo ripartire di qui per ricostruire e soprattutto ricostruirci: reimparando l’amore per la politica come bene comune, il rispetto dell’altro, la necessità dello studio, la forza dell’esempio, l’amore verso i più deboli. Tutte cose dimenticate che si possono ritrovare”. Solo così, il suo messaggio, “potremo trovare le forze per combattere una battaglia degna, in questa Italia dove dovremo fare i conti, fra l’altro, con una destra sovranista e razzista e con l’ignoranza resa padrona”.
Grande la preoccupazione di Anna Segre, insegnante. “La terribile propaganda anti-immigrati cavalcata da un certo tipo di destra non ha prodotto nessun effetto di argine e di paura, neanche nella sinistra e in chi, a destra, ha un approccio diverso. Vien proprio da dire – commenta – che in Italia la moderazione non paga”.
Motivo di angoscia numero uno, per Segre, è costituito dalla Lega di Salvini. “L’idea che possa essere a capo di un governo è davvero inquietante. Perché la sua – afferma Segre – è una destra estrema, coccolata da una figura come Marine Le Pen”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(5 marzo 2018)