8 marzo, la Memoria delle donne

Schermata 2018-03-08 alle 10.49.54La Memoria sempre più al centro del futuro di Milano e della Lombardia. A dimostrarlo, la Dichiarazione comune di intenti siglata da Regione Lombardia, Associazione Figli della Shoah e Istituto Yad Vashem di Gerusalemme finalizzata a sviluppare la collaborazione per la realizzazione di iniziative comuni, quali ad esempio seminari e corsi di formazione in Lombardia e in Israele. Un documento presentato nelle scorse ore proprio nel corso di un seminario internazionale frutto della collaborazione tra i tre enti e dedicato, in questo 8 marzo, all’intreccio tra donne e Shoah. L’incontro, tenutosi nelle scorse ore nel palazzo della Regione Lombardia a Milano, era aperto agli insegnanti delle scuole lombarde e ha visto protagoniste delle relatrici d’eccezione: Iael Nidam Orvieto, direttrice dell’Istituto di Ricerca Yad Vashem, Roberta Ascarelli, presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici, la senatrice a vita Liliana Segre, presidente dell’Associazione Figli della Shoah, e Birte Hewera, responsabile per Yad Vashem dei programmi di formazione dedicati all’Italia. Cuore degli interventi, il ruolo delle donne nella Shoah, il loro modo di raccontare e testimoniare l’orrore, la loro rappresentazione all’esterno. A riguardo la senatrice Liliana Segre – accolta da un lungo applauso della sala – ha voluto mettere in luce una figura femminile particolare del suo passato: Janine la ragazza francese con cui aveva condiviso il lavoro nella fabbrica di munizioni in cui era operaia e schiava. “Io non mi appoggiavo a nessuno e nessuno doveva appoggiarsi a me per sopravvivere. Ero diventata egoista. Era l’unico modo per continuare a Schermata 2018-03-08 alle 12.53.34vivere”, ha raccontato Segre, ricordando con dolore come quell’egoismo la portò a non salutare proprio Janine – “che con me era stata tanto dolce” – prima che davanti ai suoi occhi, fosse mandata verso le camere a gas. “È un rimorso che mi porto dentro. Il rimorso di non aver avuto il coraggio di dirle addio. Di farle sentire, in quel momento che Janine stava andando a morire, che la sua vita era importante per me. Che noi non eravamo come gli aguzzini ma ci sentivamo, ancora e nonostante tutto, capaci di amare. Invece non lo feci. Il rimorso non mi diede pace per tanto, tanto tempo. Sapevo che nel momento in cui non avevo avuto il coraggio di dire addio a Janine, avevano vinto loro, i nostri aguzzini, perché ci avevano privati della nostra umanità e della pietà verso un altro essere umano. Era questa la loro vittoria, era questo il loro obiettivo: annientare la nostra umanità”.
Impossibile per chi non ha vissuto quell’orrore giudicare, ma – come diceva Primo Levi – “se comprendere è impossibile conoscere è necessario” e per questo vale la pena visitare la mostra inaugurata questo 8 marzo al Memoriale della Shoah e dedicata sempre al tema della Memoria al femminile: “Punti di Luce: essere una donna nella Shoah”, il titolo dell’esposizione – curata da Yad Vashem e presentata dall’Associazione Figli della Shoah in collaborazione con il Memoriale – che esplora nove aspetti della vita quotidiana delle donne ebree durante questo dramma: l’amore, la maternità, la cura per gli altri, la femminilità, la resistenza, l’amicizia, la fede, il cibo e l’arte, indagati nei loro significati più profondi e in relazione all’orrore del periodo più buio della nostra storia recente. A raccontare ciascuno di questi nove aspetti, alcune storie di vita personale narrate in prima persona. “La presentazione di questa mostra, sigla l’inizio di un’importante collaborazione tra l’Associazione Figli della Shoah e l’Istituto Yad Vashem, che grazie ad una convenzione firmata proprio in questi giorni con la Regione Lombardia, permetterà di organizzare nuove iniziative rivolte al mondo della scuola sulla didattica della Shoah” ha dichiarato Daniela Dana Tedeschi, vicepresidente dell’Associazione Figli della Shoah. “Ci sembra importante, in una data così significativa in tema di libertà ed emancipazione, – le parole del vicepresidente del Memoriale di Milano Roberto Jarach, – ricordare e celebrare la forza e il coraggio di tutte le donne che hanno affrontato le atrocità della Shoah. Questa mostra ci pone degli interrogativi non solo sul passato, ma anche sul presente: gli episodi di violenza e prevaricazione che ancora ricorrono nella nostra società dimostrano che non bisogna mai smettere di educare all’uguaglianza, nel rifiuto di qualsiasi tipo di atteggiamento discriminatorio e nel rispetto della dignità e dell’identità femminile”.