A Tempo di Libri con il Talmud
e i disegni di Vittorio Giardino

Schermata 2018-03-11 alle 14.14.31“Dopo il primo anno di rodaggio Tempo di Libri vince la sfida e alla sua seconda edizione fa registrare una grande partecipazione di pubblico. Un successo per Milano, città che ama i libri e la lettura”. A parlare il sindaco di Milano Giuseppe Sala commentando positivamente i numeri di questo secondo anno della rassegna milanese dedicata a libri e scrittori, che ha visto – grazie anche a una scelta diversa di location e di date – una maggiore affluenza rispetto alla prima edizione. Cinque giorni in cui anche la voce ebraica, attraverso diverse vie, non fa sentire la sua mancanza. Domani ad esempio, sarà presentato il Trattato Berakhòt del Talmud Babilonese tradotto in italiano dal curatore del Progetto rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio rabbinico italiano, assieme al rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib e allo studioso Stefano Levi Della Torre. Nelle scorse ore invece, un 20180311_140126applauditissimo Vittorio Giardino, tra i maestri italiani del fumetto, ha presentato l’ultimo capitolo di una saga che ha collezionato ammiratori in tutto il monda: Jonas Fink – Una vita sospesa. Dai giorni dell’oppressione sovietica alla Primavera di Praga, il giovane ebreo Jonas Fink diventa la lente per capire una storia poco nota del Novecento europeo. Poco note al pubblico italiano anche le vicende svelate dal collega Adam Smulevich in Presidenti, libro presentato dall’autore a Tempo di Libri assieme al giornalista sportivo Gianni Mura: “sui tre presidenti di calcio al centro del libro – ha sottolineato Mura – c’è stata una sorta di damnatio memoriae” ma, ha ricordato il giornalista, vale invece la pena ricordare le storie di questi tre uomini legati allo sport italiano dello scorso secolo e alla tragedia della persecuzione antiebraica. E di Novecento hanno parlato anche Wlodek Goldkorn, scrittore e autore di numerosi saggi sull’ebraismo dell’Europa centro‐orientale, e l’architetto Guido Morpurgo, autore del Memoriale della Shoah nella Stazione Centrale di Milano, che si sono soffermati sul significato della Memoria della Shoah – e non solo – dal punto di vista architettonico.
Tra Aleppo, Parigi e Milano si muove invece il libro di Colette Shammah, che a Tempo di Libri racconta il tortuoso percorso della sua famiglia ebraica siriana. Nell’era della Demenza digitale, Milano ospita poi l’uomo che ha praticamente coniato questo termine: Manfred Spitzer, uno dei più rinomati studiosi di neuroscienze, chiamato però a parlare di un altro elemento del mondo 2.0, la solitudine digitale.