Strumenti di libertà
Nel 1966 il compositore e cantante polacco Jankiel [Jakub] Herszkowicz registrò presso la Polskie Radio di Łódź le proprie canzoni scritte nel Ghetto di Litzmannstadt (Łódź) prima e dopo la sua rimodulazione in Campo di lavoro coatto; 32 sue canzoni furono pubblicate nel 1994 a Parigi e altre 20 canzoni furono ricordate a memoria dai sopravvissuti di Łódź e nel 1991 pubblicate nel volume Singing for Survival. Songs of the Łódź Ghetto 1940–1945 dalla musicologa israeliana Gila Flam (direttrice del Music Department presso la National Library of Israel di Gerusalemme).
Tra il 1970 e il 1980 a Berlino Est, allora capitale della Repubblica Democratica Tedesca, il gruppo politico–musicale Oktoberklub organizzava annualmente il Festival des politischen liedes, rassegna internazionale di musicisti politicamente impegnati che ospitò tra l’altro Aleksander Kulisiewicz (già deportato a Sachsenhausen), il poeta greco Iakovos Kampanellis (già deportato a Mauthausen) nonché esponenti della diaspora cubana, cilena e di altri drammatici contesti geo–politici dell’epoca.
Nella Germania Orientale la deportazione civile degli anni del regime nazionalsocialista fu reinterpretata in chiave resistenziale e “anticapitalista”; conseguentemente, la produzione musicale concentrazionaria dei detenuti politici nel Lager a partire dal 1933 costituiva un tutt’uno con la produzione musicale post–concentrazionaria di ispirazione comunista sviluppatasi nella DDR, nei Paesi a regime socialista e negli ambienti di cultura comunista di europei e latino–americani.
Il 31 gennaio 1972 il coro e l’orchestra della Radiodiffusion Francaise eseguirono e registrarono Œdipe Roi, affresco musicale su testo di Jean Cocteau per narratore, coro maschile e orchestra scritto tra il 1941 e il 1942 da Maurice Thiriet presso lo Stalag IXA Ziegenhain.
Il 16 dicembre 1975 presso il Bellevue Centre di Amsterdam fu messa in scena per la prima volta l’opera Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann (Nederlandse Opera diretta da Kerry Woodward), produzione replicata nel 1976 a Bruxelles, nel 1977 a San Francisco e New York mentre ulteriori ricostruzioni sui manoscritti furono realizzate nel 1981 da Michael Graubart e Nicholas Till, tra il 1992 e il 1993 da Ingo Schulz; l’ultima ricostruzione filologica del Der Kaiser von Atlantis ossia la definitive edition (radicalmente differente dalle precedenti) risale al 2009 ad opera di Paolo Candido e del sottoscritto (è inserita nelle bozze del Thesaurus Musicae Concentrationariae).
Nel 1989 il pianista tedesco Konrad Richter inaugurò a Stoccarda il progetto Den Opfern der Gewalt per la diffusione dell’opera musicale di Viktor Ullmann; nel 1994 Richter registrò per la Bayer l’integrale delle Klaviersonaten di Ullmann che altresì pubblicò per la Schott Mainz dal 1996 al 1999.
Nel 1976 Fania Fénelon [Goldstein], già membro dell’orchestra femminile di Auschwitz II Birkenau, pubblicò Sursis pour l’Orchestre, l’anno seguente pubblicò Playing for Time dal quale nel 1980 fu tratto l’omonimo film di Arthur Miller, diretto da Daniel Mann e Joseph Sargent per la CBS; alcuni episodi riportati dalla Fénelon furono confutati da Esther Béjarano (nella foto), già fisarmonicista dell’orchestra femminile di Auschwitz II Birkenau.
Nel 1980 Yitzhak Arad [Rudnicki], già partigiano sovietico naturalizzato israeliano nonché storico e dal 1972 al 1993 direttore dello Yad VaShem Museum di Gerusalemme, pubblicò Ghetto in Flames. The Struggle and Destruction of the Jews in Vilna in the Holocaust; nel 1999 pubblicò Bełżec, Sobibór, Treblinka. The Operation Reinhard Death Camps mentre nel medesimo anno fu pubblicato il doppio LP Lied–Wort–Dokument im antifaschistischen Widerstand 1933–1945, contributo alla lettura resistenziale e socialista dell’attività musicale nei Lager aperti dal Terzo Reich.
È necessario fornire una documentazione storiografica – non esauriente ma quantomeno indicativa – per fornire una cronologia della diffusione geopolitica della materia musicale e altresì dimostrare la sua interazione con la società civile durante e dopo la Guerra.
Nessuna vita nei Lager è andata perduta invano; parimenti, non dobbiamo perdere o smarrire alcuna melodia colà concepita, ogni frammento musicale va raccolto come fosse membro di carne viva.
Dove manca libertà ma c’è carta e strumenti musicali, carta e strumenti diventano libertà.
Francesco Lotoro