Giovani e lavoro, nuove possibilità
Quattro giornate con seminari gratuiti di formazione e orientamento, con esperti e professionisti che aiuteranno i giovani a valorizzare le loro competenze e a renderle maggiormente compatibili con le reali offerte del mondo del lavoro. Prenderà il via domenica 22 aprile a Roma, con un incontro dedicato alla comunicazione – dal “public speaking” al colloquio di assunzione – la parte operativa di Chance 2 Work. Il progetto rivolto a ragazze e ragazzi dai 18 ai 35 anni, organizzato da Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Unione Giovani Ebrei d’Italia, inizia dalla Capitale con l’obiettivo di offrire sin da subito un supporto concreto nel percorso di crescita e inserimento professionale dei partecipanti.
Le attività programmate, al centro oggi di una riunione nei locali della Comunità ebraica fiorentina insieme a una valutazione dei profili che hanno fatto richiesta di partecipazione al progetto, saranno rese operative attraverso le seguenti strutture e attività. Una equipe tecnica, con il compito di coordinare tutte le fasi di lavoro. Una banca dati, in cui raccogliere normativa, indirizzari, informazioni relative ai social network, indicazioni sui giovani appartenenti alle Comunità ebraiche, in ragione delle qualifiche professionali. Una Commissione nazionale di sostegno e accompagnamento, con il compito di sostenere il progetto, valutarne le attività, proporne i possibili sviluppi. Sessioni formative dedicate alla preparazione di giovani alle modalità idonee per la ricerca del primo inserimento nel mondo del lavoro. Comitati locali nelle quattro città di sperimentazione.
Il secondo appuntamento di Chance 2 Work si svolgerà il 3 giugno a Milano, con tema la “Digital reputation”: come si costruisce e si salvaguarda la propria reputazione sul web; seguirà quindi una sessione dedicata al curriculum vitae: come si costruisce in forma efficace, quali sono le priorità da evidenziare in ragione dei destinatari, il 16 settembre a Ferrara; ultimo appuntamento, il 18 novembre a Firenze, focalizzato sulle competenze. E cioè di cosa parliamo, in che modo si autovalutano, come si presentano agli altri.
“Per la Comunità ebraica italiana – scrivono Meghnagi e Di Castro nello studio di fattibilità del progetto, presentato una prima volta a Firenze a metà febbraio – è importante agire, estendendo il proprio ambito di intervento socio educativo a favore dei giovani: la loro condizione riflette il desiderio di comprendere ciò che sta mutando, percepito come incerto e preoccupante, ma soprattutto, di trovare delle soluzioni concrete alle difficoltà di entrata nella vita attiva. Le istituzioni ebraiche non possono non tenerne conto”.
Nell’ebraismo stesso, nel Talmud, viene inoltre ricordato, grande dignità è attribuita al lavoro e l’identità non è mai qualcosa di astratto o scontato che semplicemente si eredita, “ma connesso alle condizioni sociali e storiche concrete, sempre da ricostruire contestualmente, in modo individuale e collettivo”.
(8 aprile 2018)