Film – Terra Bruciata!
È un pezzo di storia riscoperto e consegnato al grande schermo quello raccontato “Terra bruciata!”, film documentario di Luca Gianfrancesco dedicato alle prime stragi naziste avvenute in territorio campano ma anche alle prime azioni di Resistenza, individuali e collettive, che furono adottate dalla popolazione locale nei giorni immediatamente successivi all’armistizio dell’otto settembre del ’43.
Prodotto da Mediacontents production e in distribuzione in diverse sale italiane per la Festa della Liberazione, il documentario ha avuto un suo primo significativo lancio negli scorsi giorni, a Roma, al Cinema Farnese, nel corso di una serata cui è intervenuta anche la presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo.
Tante voci, tanti testimoni oculari toccati da quei giorni, in alcuni casi privati dei loro affetti più cari, aiutano a ricostruire cosa accadde. Come fa da anni incessantemente Graziella Di Gasparro, il cui padre fu uno dei 19 civili trucidati dai tedeschi il Primo novembre del ’43 a Conca della Campania, in provincia di Caserta. Fu proprio il Casertano, ricorda Terra Bruciata, uno dei luoghi in cui più si accanì la ferocia nazista. Come ricorda anche il dato dei 21mila uomini rastrellati e deportati nei campi di lavoro in Germania, altra vicenda cui il documentario dedica spazio.
Lutti, dolore, sofferenza. Ma anche straordinarie pagine di coraggio, come quella che ebbe per protagonisti gli abitanti di Tora e Piccilli nella loro azione di salvataggio di un cinquantina di ebrei perseguitati. Lo ricorda Ziva Modiano Fischer, che assieme alla sorella e alla famiglia dello zio proprio in quel luogo fu nascosta agli aguzzini.
Tante voci, tanti emozioni. La sensazione di aver scavato in modo incisivo. Sottolinea il regista: “Nei tre anni che sono occorsi a me per raccogliere tutte le interviste e girare le ricostruzioni in costume, e allo storico Giuseppe Angeline per portare a termine un lavoro di ricerca sistematico sulle dinamiche dei singoli episodi e sulla conta delle vittime, il dato sorprendente è stato trovare tanti ultraottantenni che, a dispetto delle istituzioni e di una buona parte della storiografia, da anni non aspettavano altro che qualcuno che ascoltasse le loro storie, custodite nella memoria vivida e drammatica di uomini e donne che, a 70 anni di distanza, ricordano con dolore, e in alcune casi, con rabbia quegli episodi che cambiarono per sempre la loro esistenza”.
Il film, spiega Gianfrancesco, “è dedicato soprattutto a loro e alla speranza che attraverso le loro voci si possa giungere alla costruzione di una Memoria condivisa”.
(22 aprile 2018)