STORIA 1947, l’anno in cui accadde tutto

1947Elisabeth Asbrink / 1947 / Iperborea

Tutto in un anno: 1947. Comincia la Guerra Fredda, sta per nascere lo Stato di Israele, un oscuro giurista ebreo cerca di convincere l’Onu a creare il reato di genocidio, nascono i Fratelli Musulmani al Cairo, Simone de Beauvoir s’innamora di Nelson Algren, George Orwell malato scrive “1984”, Primo Levi pubblica “Se questo è un uomo’: La scrittrice svedese Elisabeth Asbrink scandisce mese per mese i fatti per lei salienti di quell’anno memorabile in cui nasce anche il kalashnikov e gli ex criminali di guerra nazisti si riorganizzano in Sudamerica e pubblicano riviste. Il libro “1947” (tr. it. di Alessandro Borini, Iperborea, pp.314, € 18) è intriso di dolore. Racconta la nascita gioiosa, e insieme tragica, di Israele, la lotta con gli arabi cacciati dalle loro terre, poi s’immerge nei meandri dell’estrema destra europea, e in specie svedese, quindi racconta al centro del libro le vicende del padre di Elisabeth, bambino ebreo, orfano che scampa per ben tre volte alla strage in Ungheria e quindi anche la possibilità per chi sta scrivendo di nascere. L’autrice ha realizzato un libro senza dubbio originale; possiede un passo narrativo sospeso tra saggismo e romanzo; maneggia molto bene la difficile arte del riassunto. Il senso del suo raccontare sta nel cercare un ordine nel magma della storia continuamente in bilico tra memoria e oblio. Un personale memento mori girato all’indietro, come se davvero il tempo fosse manipolabile, cosa che è possibile solo ai maghi, ai veggenti e a volte anche agli scrittori. Sulla soglia del suo congedo, l’autrice si gira indietro e come Sara è trasformata in una statua di sale. Libro molto bello, seppur inconcluso. Monumento al proprio personale dolore.

Marco Belpoliti, L’Espresso, 29 aprile 2018