“Sul nucleare, Teheran mente”

rassGrande attenzione sui quotidiani italiani (Corriere, Repubblica, La Stampa, Sole 24 ore) per l’accusa lanciata ieri sera dal primo ministro Benjamin Netanyahu in diretta televisiva contro l’Iran: Teheran, ha affermato il Premier, non “rispetta l’accordo sul nucleare”, ha mentito per raggiungere l’intesa e continua a conservare e sviluppare in segreto il knowhow per costruire almeno “cinque ordigni atomici della potenza di Hiroshima”. “Netanyahu – riporta il Corriere – ha rivelato che l’intelligence israeliana ha messo le mani su 55 mila pagine e altrettanti files su 183 CD. E con gesto teatrale, ha scoperto uno scaffale con i classificatori, quindi un pannello con i dischetti”. “II discorso – scrive Olimpio riferendosi al Premier israeliano – ha sollevato un mare di commenti. 1) Gli esperti concordi: non c’è nulla di nuovo che riguardi attività dopo la conclusione dell’intesa internazionale. Una presentazione più che una rivelazione. 2) E’ una mossa per accentuare la pressione diplomatica (su Europa, Mea) e fornire elementi che la Casa Bianca potrà usare. Dati peraltro noti alla Cia. 3) E’ un modo per ribadire che l’accordo con l’Iran non fornisce garanzie. Netanyahu e Trump, che si sono consultati telefonicamente, «leggono»la stessa pagina dello stesso libro. 4) Grande curiosità su come il Mossad sia riuscito a impossessarsi del tesoro, sempre che sia andata così”. “L’annuncio shock – sostiene Repubblica – del premier israeliano ha tutta l’aria di un assist perché Donald Trump annunci entro il 12 maggio il ritiro americano dall’accordo sul nucleare. Con la proposta di riattivare le sanzioni contro la Repubblica islamica. Una posizione condivisa con due dei principali protagonisti della regione, Israele e Arabia Saudita, visitati nei giorni scorsi dal neo segretario di Stato, Mike Pompeo”. D’accordo con quest’analisi Fabio Nicolucci che sul Messaggero aggiunge un altro effetto che l’annuncio di Netanyahu potrebbe avere, questa volta sulla “politica interna iraniana. Anche in Iran, infatti, esiste una opposizione a questo accordo. Che la destra reazionaria filo Ahmadinejad ora fuori dal governo ha dipinto come una “svendita” del proprio orgoglio nazionale”.

Israele e il Giro. Nuova puntata su La Gazzetta degli approfondimenti dedicati al Giro d’Italia in Israele: Massimo Lopes Pegna spiega che “dietro alla Corsa Rosa, c’è un intero Paese che spinge. L’altro giorno il premier Benjamin Netanyahu, per trainare il movimento di una Nazione ormai da tempo sui pedali, si è fatto riprendere su una bici assieme alla prima (e per ora unica) squadra professionistica israeliana, la Israel Cycling Academy, che abbia mai partecipato a una gara tanto importante”. Luca Gialanella intervista invece Francesco Patton, Custode della Terra Santa e del Santo Sepolcro. “Vedo il Giro un po’ come le Olimpiadi, che bene o male sono servite a far dialogare insieme popoli diversi”, afferma Patton. Sul Fatto Quotidiano, Leonardo Coen ricorda lo spettacolo che domani sera al Museo della Scienza di Gerusalemme celebrerà Gino Bartali: II campione e l’eroe, con l’attore Ubaldo Pantani, testi di Max Castellani, Ubaldo Pantani, Alessandro Salutini e Adam Smulevich, regia di Pablo Solari.

Yom HaAtzmaut e la Musica della Memoria. “Grazie a Francesco Lotoro abbiamo riportato in vita la musica perduta del popolo ebraico”, è la gratitudine – espressa in un video diffuso sui social – al pianista e compositore pugliese dal Primo ministro Benjamin Netanyahu. “Netanyahu – riporta la Gazzetta del Mezzogiorno – ha reso omaggio in Tv al pianista barlettana Lotoro, in occasione del concerto Notes of Hope (Note di Speranza) tenutosi all’International Convention Center di Gerusalemme per il settantesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele. Lotoro ha diretto la Ashdod Symphony Orchestra e l’Orchestra Giovanile Israeliana del Jewish National Fund, riunite per celebrare l’evento”.

Basta fascismi. L’Anpi chiede “condanne esemplari alla magistratura” per apologia di fascismo, dopo i due casi di Milano: domenica un centinaio di nostalgici ha portato fiori in piazzale Loreto, dove fu esposto il cadavere di Mussolini, e in centinaia hanno fatto il saluto romano davanti al murale per Sergio Ramelli, 19enne Msi ucciso nel `75. “No, non erano ‘quattro gatti’ domenica sera in piazzale Loreto: erano 200.- scrive Paolo Berizzi su Repubblica, autore di NazItalia. Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista (Baldini & Castoldi), da poco in libreria – Un pezzo dei duemila che un paio d’ore prima si erano radunati, come da tradizione, per tenere viva la memoria dell’omicidio di Sergio Ramelli, nella solita selva di saluti romani alzati nel lugubre rito del ‘presente’. Sessanta dei neofascisti che hanno portato i fiori al duce sono già stati identificati dalla Digos”. “Finirà – si chiede Berizzi – anche stavolta a tarallucci e vino? Vediamo chi sarà il primo a dire ‘è stata solo una bravata!’”. A far discutere anche il caso di Genova, con la richiesta dell’Anpi al sindaco Bucci di dissociarsi dal consigliere FdI che con la fascia tricolore ha partecipato a una cerimonia per i morti della Rsi (Repubblica Genova).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked