Israele aspetta l’ambasciata Usa
e alza i livelli di sicurezza

rassegnaAttesa e guardia alta in Israele per la storica apertura domani dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme: una decisione, quella di spostare il corpo diplomatico americano da Tel Aviv alla capitale israeliana, annunciata dal presidente Usa Trump lo scorso novembre che diventa dunque realtà. Trump non ci sarà, ricordano i quotidiani, ma ha inviato una delegazione guidata dal vicesegretario di Stato, John Sullivan e di cui faranno parte la figlia del presidente, Ivanka e il consorte Jared Kushner. Secondo Repubblica, l’inaugurazione di domani è la “prima tappa di una settimana che in Israele si preannuncia bollente, ovunque, Cisgiordania e Striscia di Gaza comprese”: il 15 maggio il gruppo terroristico di Hamas – di cui Israele nella notte ha distrutto un nuovo tunnel del terrore (Gazzetta del Mezzogiorno) – ha annunciato una grande manifestazione ai confini con Israele, sull’onda lunga di quelle organizzate nelle scorse settimane. L’esercito israeliano si prepara quindi a nuovi scontri, che potrebbero protrarsi a causa dell’inizio, a fine settimana, della festività islamica del Ramadan. Tornando all’inaugurazione dell’ambasciata Usa, secondo il quotidiano cattolico Avvenire – che cita il Canale 2 israeliano -, l’evento sarà anche l’occasione per l’annuncio del piano di pace americano per il conflitto israelo-palestinese: “’Il deal del secolo’, come viene definito dalla stampa araba, ha ancora dei contorni approssimativi – scrive Avvenire – e sembra prevedere un ritiro graduale dell’esercito israeliano dalla Cisgiordania, ma con il mantenimento di Tsahal lungo il Giordano e l’annessione a Israele di una parte degli insediamenti ebraici (si parla di Ariel, Gush Etzion, Maale Adumin), e infine la proclamazione di uno Stato palestinese demilitarizzato e con sovranità limitata, e il riconoscimento di Israele come ‘Stato ebraico’”.

14 maggio 1948.
La data dello spostamento dell’ambasciata Usa non è casuale: domani sarà infatti l’anniversario – nel calendario civile – della proclamazione della nascita dello Stato d’Israele. “Chi pensa che lo Stato d’Israele sia un’invenzione moderna, ultimo arrivato tra i nazionalismi del tardo Ottocento e del primo Novecento – scrive Giulio Busi sul Sole 24 Ore – ha allo stesso tempo ragione e torto. Ha ragione, poiché il sionismo ha precise radici storiche e culturali. Ma ha anche torto, giacché un’identità in assenza permette di proiettare nella dimensione temporale ciò che le identità in presenza sperimentano nello spazio”. Sul Domenicale del Sole, Ugo Tramballi sostiene che Israele sia un “sogno incompleto” perché “non ha ancora frontiere certe, riconosciute e sicure”. Quello che è certo è che si sta alzando il livello dello scontro con il suo più grande nemico regionale, l’Iran: i raid israeliani contro le milizie di Teheran in Siria avrebbero fatto 42 vittime, scrive il Mattino. “Seguiamo con attenzione gli eventi tra Israele e Iran, tenendo presente che la sicurezza di Israele è parte della ragion d’essere della Germania”, ha affermato intanto la cancelliera Angela Merkel, premiata ad Assisi, dove ha incontrato il Premier italiano uscente Paolo Gentiloni (Corriere).

Francia, torna la minaccia dell’Isis. Sabato sera, poco prima delle 21, un uomo ha accoltellato diverse persone in pieno centro a Parigi, nel II arrondissement, vicino al teatro dell’Opéra: ha ucciso una persona e ne ha ferite altre quattro, di cui due gravemente, prima di essere ucciso dalla polizia. Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco. “La Francia paga ancora una volta il prezzo del sangue ma non cede un millimetro ai nemici della libertà. – le parole del presidente Macron (Corriere) – Il mio pensiero va alle vittime e ai feriti, oltre che ai loro cari. Saluto a nome di tutti i francesi il coraggio dei poliziotti che hanno neutralizzato Il terrorista”.

Oz, i fanatismi e la casa per israeliani e palestinesi. “La casa è molto piccola. Dobbiamo fare due appartamenti. Israele e, nella porta accanto, la Palestina Poi dovremo imparare a dirci ‘buongiorno’ perle scale. Più avanti saremo in grado di farci una visita. E perfino di cucinare insieme: un mercato comune, una federazione o confederazione… ma prima bisogna dividere la casa. In fondo, tutti sanno che l’unica soluzione possibile è quella dei due Stati. Anche se non gli piace”, così lo scrittore israeliano Amos Oz sintetizza al giornalista Carlos Sanz Juan (intervista pubblicata da Repubblica oggi) la situazione tra israeliani e palestinesi. Per Oz – che nell’intervista ricorda il suo appello contro i fanatismi – il grande problema è la mancanza di leadership da entrambe le parti ma anche a livello internazionale. Punta invece il dito solo contro Israele Gideon Levy, controversa firma di Haaretz, intervistato da Avvenire e ospite del festival Festival Fare la Pace a Bergamo.

Israele in festa per Netta. La cantante che rappresentava Israele all’Eurovision, Netta, ha vinto il concorso musicale con la canzone “Toy”. “L’israeliana – scrive il Corriere- si è presentata con kimono e trucco orientale stile geisha per il suo brano contro la donna oggetto”.

Antisemitismo. Sul Domenicale del Sole 24 Ore Giulio Busi presenta il libro dello storico Michel Dreyfus, L’antisemitismo a sinistra in Francia (edito in Italia da Free Ebrei): “La tesi di fondo è che l’antisemitismo è quasi sempre funzionale e programmatico per l’estrema destra – scrive Busi – mentre il suo attecchire a sinistra è episodico, legato a quelli che egli definisce “scivoloni”. Saranno pure scivoloni. Ma fanno male, malissimo. Prima si smette, meglio è. A sinistra, di sinistra, dappertutto”. A proposito di antisemitismo, alla Fondazione Ambrosianeum di Milano in collaborazione con il Cdec il 16, il 23 e il 30 maggio si svolgeranno tre appuntamenti dedicati proprio al tema del pregiudizio antiebraico.

Segnalibro. Il Corriere presenta In compagnia della tua assenza, opera prima di Colette Shammah (12 nave di Teseo). “Un racconto a più voci per ricostruire una storia familiare intessuta di affetti, paure, talvolta incomprensioni, lontananze e, purtroppo, tragedie: una delle tante che, nel’900, hanno contribuito a comporre l’immenso orrore dell’Olocausto”. E riguardo alla Shoah e alla Testimonianza, il Sole presenta invece Primo Levi: ancora qualcosa da dire. Conversazioni e letture tra biografia e invenzione, Interlinea, di Giovanni Tesio.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked