Israele, festa per l’ambasciata Usa
ma a Gaza lo scontro precipita

Schermata 2018-05-14 alle 15.49.50Gli Stati Uniti inaugurano ufficialmente in queste ore la loro ambasciata a Gerusalemme. Alla presenza delle massime autorità israeliane, tra cui il Presidente Reuven Rivlin e il Primo ministro Benjamin Netanyahu, la delegazione Usa guidata dal vicesegretario di Stato americano John Sullivan ufficializza il trasferimento del corpo diplomatico americano da Tel Aviv alla capitale (nel quartiere di Arnona): un momento che Netanyahu – che assieme a Rivlin, Sullivan, e all’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele David Friedman è tra gli oratori della cerimonia – ha definito storico. L’annuncio dell’apertura dell’ambasciata, dato da Friedman, è stato accolto da un lungo applauso. “Esattamente 70 anni fa gli Stati Uniti sotto Truman furono i primi a riconoscere Gerusalemme. Oggi apriamo l’ambasciata”, ha affermato in un videomessaggio il presidente Usa Donald Trump, parlando di un fatto “molto importante”. Trump ha inoltre detto che “la nostra più grande speranza è la pace e ci impegniamo a facilitare un accordo di pace tra Israele e i palestinesi”. Il presidente Rivlin ha ringraziato Trump per la decisione di trasferire l’ambasciata a Gerusalemme. “Riporta questo messaggio a tuo padre – ha detto Rivlin rivolgendosi alla figlia Ivanka, presente alla cerimonia, assieme al marito Jared Kushner – Tutti gli israeliani ringraziano il presidente per per aver mantenuto la parola data, per il vostro coraggio, per la vostra determinazione e per la vostra ferma e incrollabile posizione a fianco dello Stato di Israele. Ci auguriamo e ci aspettiamo che altre nazioni seguano il suo cammino e la sua leadership”.

Ma mentre a Gerusalemme il clima è di festa, al confine con la Striscia di Gaza la situazione è di altissima tensione: migliaia di palestinesi stanno partecipando alla marcia di protesta indetta da Hamas e, secondo fonti palestinesi, almeno 45 manifestanti sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano. Il portavoce dell’esercito israeliano Ronen Manelis ha detto che il numero di manifestanti vicino alla barriera di sicurezza è “senza precedenti”, ma ancora inferiore a quello che Hamas avrebbe voluto e previsto. Ha inoltre confermato che Israele ha colpito gli obiettivi di Hamas nel nord della Striscia dopo diversi incidenti in cui i palestinesi hanno aperto il fuoco sui soldati israeliani. Il giornale israeliano Haaretz ha scritto che ci sono stati scontri tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane anche in Cisgiordania, durante una marcia partita da Ramallah e diretta alla barriera di Qalandiyah, vicino a Gerusalemme. Gli scontri stanno proseguendo e la situazione sembra essere molto tesa. L’esercito israeliano si è scontrato con decine di manifestanti anche nel nord di Betlemme.
E da Teheran è arrivata una nuova minaccia: “Il regime israeliano massacra a sangue freddo innumerevoli palestinesi mentre protestano nella più grande prigione a cielo aperto del mondo. Nel frattempo, Trump celebra il trasferimento dell’ambasciata illegale degli Stati Uniti e i suoi collaboratori arabi si muovono per distogliere l’attenzione. Un giorno di grande vergogna”, le parole di Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano. A condannare l’operazione israeliana sul confine è stato però anche l’Egitto, che considera l’Iran un nemico mentre con Gerusalemme nel recente passato ha coltivato buone relazioni.
L’esercito israeliano ha fatto sapere che gruppi di terroristi palestinesi nelle scorse ore hanno cercato di infiltrarsi in Israele e sono stati fermati.