Sionismo, tra passato e futuro

20180515_124434“La cultura europea deve riscoprire il suo passato e le sue radici per poter avere un dibattito sincero su Israele, sul sionismo, sull’antisemitismo”. E in questo passato, spiega David Meghnagi, la storia di una figura come Benedetto Musolino, patriota calabrese del Risorgimento e sionista ante litteram, diventa emblematica. Al folto pubblico raccoltosi a Palazzo Reale per l’incontro “Questo è Israele: 70 anni” – organizzato dall’Associazione Italia-Israele di Milano e con ospite d’onore Zvia Walden Peres, psicolinguista dell’Università Ben Gurion di Beer Sheva nonché figlia del Nobel per la Pace Shimon Peres – Meghnagi, psicoanalista dell’Università di Roma Tre e assessore alla Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha presentato le idee e il pensiero di Musolino, autore di “Gerusalemme e il popolo ebraico” (Libri Liberi Editore, Firenze): un volume pubblicato nel 1851 e ristampato per i 150 anni dell’Unità d’Italia a cura proprio di Meghnagi. “Calabrese di nascita, partecipò alla difesa della Repubblica romana nel 1848. – raccontava su queste pagine Meghnagi, introdotto ieri da monsignor Pierfrancesco Fumagalli – Dopo la caduta della Repubblica si rifugiò all’estero. Condannato a morte in contumacia, elaborò un progetto di rinascita nazionale ebraico che propose alle autorità inglesi e ottomane. L’idea basilare, in anticipo sui tempi, era che l’emancipazione individuale ebraica al centro della riflessione di Cattaneo, dovesse accompagnarsi al riconoscimento di una identità collettiva. Il suo libro anticipa molte delle idee di Theodor Herzl”. Plauso al lavoro di Meghnagi è arrivato da Zvia Walden Peres, che, guardando a Israele, ha ricordato l’ottimismo paterno. “A mio padre chiedevano spesso: ‘Qual è la cosa più importante che pensi di aver fatto nella tua vita?’ – ricordava Zvia a Pagine Ebraiche – E lui rispondeva sempre: ‘Quella che farò domani’. Ed è un messaggio anche per noi, per continuare a lavorare per la pace”.