La prospettiva che manca
Questi sono alcuni dei miei pensieri, spontanei e informali, scritti di getto, che mi vengono in mente ed ho bisogno di condividere con i miei amici ebrei in questi giorni: tante domande e poche risposte e anche tanta rabbia verso tutti coloro che hanno interesse al perpetuare di questa situazione assurda e violenta della quale paghiamo il prezzo. Tutti. Tutti i governi implicati (Usa, Israele, A.P. e Hamas, Europa, Russia, Iran) finanziano e istigano e tutti ne paghiamo il prezzo: voi cittadini europei che regalate miliardi per ricostruire Gaza e per favorire lo sviluppo della A.P ma che vengono impiegati per fare la guerra a Israele, le donne e i bambini di Gaza mandati a fare cose che qualunque Stato normale impedirebbe anche sparando, e noi israeliani che paghiamo miliardi per la sicurezza a scapito dell’istruzione, della sanità etc etc in una situazione senza via d’uscita anche perché chi decide è mosso da motivi ideologici messianici fra i quali è assente a priori la prospettiva di pace, ma il nostro prezzo più alto è che mandiamo i nostri figli a confrontarsi con dilemmi impossibili per difendere un confine non contro carri armati militari ma contro donne, vecchi e bambini mandati cinicamente a migliaia a compiere una missione fallita in partenza come carne da macello. Una missione nella quale più sono i morti più grande è la vittoria mediatica di chi li ha mandati a morire, e si sa bene che nel mondo di oggi la vera vittoria è quella mediatica, mentre il prezzo umano (anche quello pagato da quei poveri soldati che tornano a casa traumatizzati), alto quanto sia, viene trascurato totalmente e immolato sull’altare della politica e degli interessi internazionali.
Daniel Haviv, alchimista
(16 maggio 2018)