“Compromesso ancora possibile,
ma palestinesi cambino leader”

rassegnaMentre una relativa calma è tornata sul confine con Gaza, Hamas ammette che le proteste degli scorsi giorni non avevano intenti pacifici. 50 dei manifestanti uccisi erano membri del movimento terroristico, hanno confermato i vertici del gruppo, e uno dei suoi capi fondatori – Mahmoud al-Zahar – a un emittente araba ha parlato apertamente di tecnica per “ingannare l’opinione publica” in riferimento alla qualifica delle manifestazioni come pacifiche. “Ciò che è accaduto a Gaza è una tragedia, siamo molto dispiaciuti. – le parole del ministro israeliano per l’Energia Yuval Steinitz in un’intervista a La Stampa – Avremmo voluto prevenire o minimizzare il numero di vittime. Hamas aveva invece detto in anticipo che si aspettava morti. Voleva che la folla si avvicinasse alla barriera”. Per Steinitz è ancora possibile il compromesso con i palestinesi ma non con questa dirigenza: “Metà della leadership palestinese è formata da zeloti islamisti, nell’altra metà c’è il leader più antisemita del mondo”, afferma il ministro riferendosi a Mahmoud Abbas. Proprio quest’ultimo, oramai politicamente sempre più debole, sarebbe uno dei bersagli del tentativo di Hamas di destabilizzare l’area: il gruppo, scrive la Stampa, vuole la distruzione d’Israele da una parte e dall’altra ottenere la leadership di tutto il mondo palestinese, il tutto con il sostegno iraniano. “Fino dall’inizio della guerra civile siriana, il quartier generale di Hamas era a Damasco. E nella capitale siriana si è consolidato l’asse Iran-Hezbollah-Hamas, con la regia attenta del generale Qassem Soleimani, capo della Brigata ‘Gerusalemme’, l’unità delle Guardie Rivoluzionarie che ha il compito di armare e finanziare il network degli amici e alleati dell’Iran”.

Israele e la battaglia diplomatica. Tiene banco lo scontro sempre più ruvido tra Turchia e Israele, con il presidente Erdogan che decide di espellere l’ambasciatore israeliano e farlo perquisire in diretta tv all’aeroporto e Gerusalemme a ricambiare il favore (Repubblica). In mezzo, la Russia, che invitato Ankara alla calma ma ha anche criticato Hamas e Israele: “il suo ministro degli Esteri Lavrov – scrive La Stampa – da un lato ha condannato gli ‘estremisti’ che ‘cercano di usare i civili per proteste che possono provocare scontri e vittime’, e dall’altro ha puntato il dito contro Israele: ‘Sono inaccettabili – ha detto – le dichiarazioni secondo cui i civili uccisi sarebbero tutti quanti terroristi, bambini compresi’”. Al Foglio, Kobi Michael, ex vicedirettore del ministero israeliano per gli Affari strategici, spiega che il riavvio dei negoziati con i palestinesi sarà dettato da quali cambiamenti avverranno in Medio Oriente: “il mondo arabo è stanco dei palestinesi e i russi della guerra iraniana a Israele”, è questo potrebbe portare a nuovi scenari.

Il conflitto e le opinioni a confronto. Sul Foglio, Giuliano Ferrara parla dell’appello lanciato da alcuni intellettuali italiani dopo i fatti di Gaza: “Le motivazioni, trattandosi di persone che non hanno venduto il cervello all’ammasso del l’odio per il “colonialismo” o “l’apartheid” israeliano, sono evidentemente sentimentali” e il concetto espresso, secondo Ferrara, sarebbe né con Netanyahu né con Hamas. Per il fondatore del Foglio però “Chi ha l’esistenza e la pace di Israele incardinate nella ragione, e forse anche nel cuore, non ha il diritto di cedere al sentimentalismo univoco e sospetto, e di dichiararsi, quanto a conseguenze politiche, né con Netanyahu né con Hamas. È peggio che un delitto, è un errore. Di cui sono gli israeliani, e anche gli arabo-palestinesi disperati, a sopportare le vere conseguenze”. Il Corriere decide invece di dare voce ad alcuni lettori che si esprimono su quali sono, a loro avviso, le responsabilità di Israele e di Hamas.

Musei. Su Gazzetta e Corriere Fiorentino viene raccontata l’inaugurazione del nuovo Museo della Memoria ad Assisi 19431944, dedicato al coraggio della cittadinanza locale sotto il nazifascismo e in cui si ricorda anche l’esempio di Gino Bartali, Giusto tra le nazioni. Sul Corriere 7 Rossella Tercatin scrive invece del Museo di Israele: “Sarebbe facile concentrarsi sulla ricchezza delle collezioni del Museo di Israele, o su quella degli argomenti trattati, dall’Antico Egitto all’arte romantica. L’elemento più godibile però è la struttura di per sé, con vari spazi dedicati a cimeli particolari, come i famosi Rotoli del Mar Morto”.

Anne e le pagine nascoste. “Due pagine nascoste” del Diario di Anne Frank celano le curiosità e le scoperte sessuali di un’adolescente. A rivelare il contenuto di quelle righe finora inedite del Diario è stata la Fondazione Anne Frank che ha ricostruito il testo nascosto, coperto con una carta marrone incollata sulle pagine, grazie ad un lavoro durato due anni, supportato anche dall’uso di alta tecnologia (Corriere).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked