Israele, da Gaza nuove minacce
Nella notte, gruppi terroristici palestinesi hanno lanciato quattro razzi contro il Sud d’Israele. Nell’area sono scattati gli allarmi antimissile, costringendo migliaia di israeliani a trovare riparo nei rifugi. Tre dei razzi sono stati intercettati dal sistema Iron Dome mentre il quarto è caduto in un’area disabitata, ha dichiarato l’esercito israeliano che – in risposta agli attacchi che hanno rotto il temporaneo cessate il fuoco – ha colpito diverse postazioni del gruppo terroristico di Hamas a Gaza. I caccia israeliani hanno presto di mira “cinque bersagli terroristici in un complesso militare appartenente alla forza navale del gruppo terroristico di Hamas nella Striscia di Gaza settentrionale”, fa sapere l’esercito. E riguardo a quanto accade a Gaza, l’ambasciatore d’Israele a Roma Ofer Sachs ha scritto a l’Espresso “per rammaricarmi per quanto visto pubblicato nel numero di domenica 20 maggio. Il modo in cui sono stati riportati gli eventi di Gaza – afferma l’ambasciatore – è un’ulteriore prova che l’organizzazione terroristica, votata alla distruzione di Israele, è riuscita nell’intento di manipolare i media internazionali, demonizzando Israele per le azioni legittime in difesa dei suoi cittadini. Il titolo ‘Gaza brucia’, le foto esclusive del ‘massacro’ e gli articoli non rappresentano realmente quanto accaduto”. L’ambasciatore ricorda il volantino diffuso da Hamas “con istruzioni dettagliate su come portare armi e rapire cittadini israeliani”, attraverso il quale “si può capire che le ‘marce per il ritorno’ non sono manifestazioni organizzate in modo spontaneo dalla popolazione di Gaza, ma delle vere e proprie operazioni pianificate da Hamas per mimetizzare i suoi uomini tra i civili, con l’obiettivo di sfondare il confine con Israele”. “Impedire a Hamas di mistificare la realtà – conclude l’ambasciatore – serve la giusta informazione e disincentiva i terroristi dal perseguire le loro crudeli strategie”. Oltre ai missili da Gaza, intanto, la tensione sale anche in Cisgiordania: a Hebron, “un terrorista ha cercato di travolgere militari di Israele. – la nota dell’esercito citata in una breve da Avvenire – In risposta, i soldati hanno sparato al terrorista, uccidendolo. Nessuno dei militari è rimasto ferito”.
Il 2 giugno di Liliana Segre. Per la Festa della Repubblica, il direttore de L’Espresso Marco Damilano intervista la senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre, che ricorda i giorni del voto: “Avevo quindici anni e non potevo votare, però ho ancora quella Jsensazione di gioia collettiva. Qualcosa di nuovo dopo tante tragedie, l’esplosione di felicità per questa Italia ritrovata, in ricostruzione, ottimista, questo mondo intorno a me che festeggiava, anche se io ero personalmente lacerata. Ero una vecchia ragazza che aveva già visto l’indicibile, come lo ha chiamato Primo Levi”. Nell’intervista Segre parla della situazione attuale dell’Italia e delle sue preoccupazioni per il deterioramento del tessuto democratico. “La democrazia – afferma – si perde pian piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c’è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui”. E poi ricorda: “Chi entra nel memoriale della Shoah trova scritta una parola: indifferenza. Da senatrice ho depositato un disegno di legge per istituire una commissione parlamentare bicamerale di monitoraggio e di controllo sugli ‘hate speech’, i discorsi d’odio. Un invito che il Consiglio d’Europa ha fatto ai 47 Stati membri, il nostro sarebbe il primo caso. Le parole d’odio sono l’anticamera della fine della democrazia. L’imbarbarimento del linguaggio è arrivato a livelli intollerabili”.
Wanda Lattes (1922-2018). “Una combattente con la penna in mano”, la descrive il Corriere della Sera, una donna non “incline alle celebrazioni e alla retorica, ma orgogliosa” del suo passato nella Resistenza, aggiunge il Corriere Fiorentino. All’età di 96 anni è scomparsa nella su Firenze, Wanda Lattes. “Ebrea e staffetta partigiana del Fronte della Gioventù, giornalista professionista dal 1956, Lattes – ricorda il Corriere – iniziò al Nuovo Corriere di Romano Bilenchi, per poi passare al Giornale del Mattino e a La Nazione. Per decenni è stata poi corrispondente culturale per via Solferino. L’amore col marito, l’ebreo polacco Alberto Nirenstein nasce, tra le macerie della guerra, mentre lui risale l’Italia con gli inglesi. Nella grande casa di Campo di Marte diventarono presto cinque, come le dita di una mano, titolo scelto per il libro autobiografico su quella famiglia fra Firenze e Gerusalemme: tre figlie, di cui due – Susanna e Fiamma – seguono le sue orme, mentre Simona diventa musicista”.
Trump-Putin, presto un vertice. Secondo il Wall Street Journal, la diplomazia americana sta lavorando per organizzare un vertice tra il presidente Usa Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, con tanti temi caldi sul tavolo. “Putin – scrive il Corriere – è il crocevia dei dossier più preoccupanti: Ucraina ed Europa, ma soprattutto Medio Oriente, che significa sicurezza di Israele, difesa dell’Arabia Saudita e degli altri alleati arabi. Il presidente russo appoggia Bashar al Assad e il nemico numero uno dell’amministrazione Usa: l’Iran”. Riguardo alla politica interna americana invece, Avvenire riporta l’inquietante possibilità lasciata a otto suprematisti bianchi di candidarsi in varie elezioni locali e federali in diversi Stati Usa. Tra loro “c’è Arthur Jones, neonazista e negazionista dell’Olocausto, in corsa come repubblicano in Illinois per un posto al Congresso. Il suo obiettivo è quello di rendere la città di Chicago al 90% bianca”.
Germania, l’Afd e la negazione della storia. Per Alexander Gauland, leader del partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland: “Hitler e i nazisti sono solo un piccolo schizzo di cacca d’uccello sui mille anni di Storia tedesca”. Non è la prima volta, ricorda il Corriere, che Gauland usa la provocazione per cercare di cancellare la storia del Novecento: “cinquanta milioni di morti nella Seconda guerra mondiale, l’Olocausto e la Guerra totale – la replica, tra gli altri, del segretario generale della Cdu, Annegret Kramp Karrenbauer- sono per Gauland e il suo partito solo una cacca d’uccello. Ecco il vero volto dell’AfD dietro la sua maschera per bene”.
Segnalibro. Il Mattino riporta la pubblicazione per Adelphi del libro di Isaac Bashevis Singer Satana a Goraj. Su Repubblica Robinson si segnalano i cinque scrittori eredi di Philip Roth, tra cui Nathan Englander e Alessandro Piperno. Il Domenicale del Sole 24 Ore invece ricorda la figura di Enrico Fermi, parlando della biografia pubblicata in America – The Last Man Who Knew Everything – a firma di David Schwartz. “Nel 1938 – ricorda il Sole – Mussolini emanò le leggi razziali e Fermi, temendo per il destino di sua moglie ebrea (il padre di lei sarebbe morto ad Auschwitz nel 1943), approfittò del viaggio a Stoccolma per ritirare il Nobel e riparò negli Stati Uniti”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked