Lo Strega Giovani a Lia Levi
“Un riconoscimento autentico”

“Un attimo che devo salutare dei ragazzi che sono venuti a trovarmi”. Chiede un momento Lia Levi, prima di parlare del Premio Strega Giovani, ricevuto nelle scorse ore per Questa sera è già domani (Edizioni E/O) proprio da quei ragazzi che sono sempre stati la sua priorità. Studenti delle superiori e dei licei a cui la giornalista e scrittrice, nata a Pisa nel 1931, ha spiegato l’infamia delle Leggi razziste attraverso i suoi ricordi personali e attraverso i suoi libri. Una Memoria viva che molti di quei giovani incontrati nelle scuole nel corso degli anni hanno saputo recepire, apprezzare. E ora premiare, con il conferimento dello Strega Giovani a Questa sera è già domani: un libro che si ispira alla storia del marito di Lia, Luciano Tas (scomparso nel 2014), raccontando la storia di un giovane che si confronta con la sua identità ebraica mentre è costretto a fuggire dalla persecuzione nazifascista. “Si dice sempre in questi casi ma io onestamente non me l’aspettavo – spiega a Pagine Ebraiche la scrittrice parlando del premio – È stata una bella sorpresa, un riconoscimento che mi fa molto piacere anche perché arriva dai ragazzi. E per questo è ancora più autentico: di certo loro non si sono fatti influenzare dalla politica interna all’editoria”. Ed è un premio che racchiude un significato simbolico perché arriva proprio nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste, leggi volute dal fascismo e i cui drammatici effetti sono al centro del romanzo. “Credo sia la dimostrazione che questi giovani hanno capito il valore della Memoria, che non può essere relegata a vuoti slogan. Non tutti l’hanno compreso, non illudiamoci, ma è una bellissima cosa sapere che c’è chi l’ha fatto”. Non solo la Memoria non è vuota, afferma Levi, ma è anche un valore attuale: “i fatti storici del passato (le persecuzioni contro gli ebrei, ndr) non sono assolutamente paragonabili a quanto accade oggi (con gli sbarchi dei migranti). Ciò che è simile sono le emozioni: la percezione di sentirsi rifiutati è la stessa. Anche per questo ho messo in bocca al doganiere svizzero che controlla i documenti agli ebrei in fuga parole prese dai giornali di oggi: ‘non possiamo aiutare tutti’. Il dramma è quello. Non sono parole malvagie ma fanno riflettere”. E pensando a quel passato, l’invito al mondo ebraico del presente è di “vigilare. Credo che questa sia la parola d’ordine oggi. E gli ebrei spesso arrivano per primi a capire le storture della società per cui è importante, come del resto viene fatto, farsi sentire quando è necessario protestare”.
Durante la premiazione, Levi ha dedicato “la vittoria a chi ha ispirato” il romanzo, ovvero al marito ma – spiega a Pagine Ebraiche (che nel numero di luglio 2015 ha pubblicato un lunga intervista a Lia Levi) – è un dedica “molto personale. Non è un caso se, nel libro, ho voluto lasciarla al fondo. Non sbandierarla”. E ora l’attesa è di vedere se Questa sera è già domani otterrà si giocherà una possibilità anche allo Strega “dei grandi”. “Certo che ci penso – afferma Lia Levi con il sorriso – la maturità non è non desiderare una cosa ma è non rimanerci male se non la si ottiene”.

Daniel Reichel